martedì 5 novembre 2024

Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro

 

Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro

  

Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.
(Gianni Rodari)

Le favole dove stanno?
Ce n’è una in ogni cosa:
nel legno del tavolino,
nel bicchiere e nella rosa.
(Gianni Rodari)

 


In un mondo  ove lo sviluppo tecnologico e l’ accelerata digitalizzazione  trovano spazio  sempre più ampio per esistere nel quotidiano, mi pare quasi una piccola magia poter "ancora" pensare che le fiabe  possano  rappresentare una possibilità per grandi e  piccini, non solo di crescita ma anche di incontro e relazione.

Il desiderio di” raccontare e ascoltare”   sono le  due sponde che contengono e alimentano, il  fiume della narrazione, fatta in presenza.

Questo ponte che unisce chi grande a chi piccolo e viceversa, si incontra già  come bisogno profondo nel bambino agli inizi della vita. I piccoli amano ascoltare le fiabe lette dai genitori, e la loro voce diventa un suono che culla le notti, gli incontri, i giochi  e l'ora di andare a nanna. Se ne inventano, in quel contesto, anche tante di nuove, più divertenti con personaggi della quotidianità.

Se ci portiamo al periodo di gravidanza, anche in quel percorso si può dare vita qualcosa di magico, se pensiamo al  prezioso contatto madre e bambino fatto di suoni, emozioni e immagini!. 

Lo Spazio d'incontro”  che si crea è una complessa ed intricata rete di messaggi verbali, non verbali, emotivi ,etc. che rende “significativa” una relazione. Credo resti una "culla affettiva di crescita" insostituibile che alcuna virtualità potrà mai eguagliare!

Tante storie nella storia di un incontro.


Leggere fiabe è come iniziare un cammino, entrare in un bosco e lasciarsi prendere e perdersi tra i suoi  colori, profumi e  rumori...un animaletto corre veloce, un fungo fa capolino tra il muschio.

Parole ed immagini danzano insieme e si abbracciano per creare un'atmosfera unica

In questo mondo il rito e tutt'uno con il magico, l'imprevisto è importante anzi ricercato, dove è reale la fantasia e fantastica la realtà, dove la potenza dell'immaginario genera possibilità, traccia strade, favorisce  scelte, prospetta percorsi evolutivi.






Daniel Lumera in un suo articolo   definisce le fiabe “una medicina naturale  capace di riequilibrare  e riportare a ritmi di ascolto lenti profondi ed essenziali, al contatto umano e ai valori della vita sia per adulti che per piccini. Nell’era della dopamina e dell’adrenalina, in cui sempre più strutture tecnologiche vengono utilizzate come veicoli per creare dipendenza, le fiabe diventano un balsamo per la mente e per il cuore. Hanno il compito di ricordarci che nella nostra specie la necessità della presenza dell’altro e del suo sguardo non è qualcosa di sostituibile o superfluo, ma un bisogno ancestrale, come respirare, mangiare, bere o dormire” (  Daniel Lumera Corriere della sera 27 ottobre 2024).

Usando un linguaggio dei nostri giorni direi che ogni fiaba è un ipertesto, crea collegamenti, link, libere associazioni, rimanda a un altrove e a un altrimenti, un internet dell'immaginario



La fiaba è un ponte gettato dall'età adulta all'infanzia e viceversa.

Si sta scoprendo il gusto di percorrerlo, di usufruirne e di viverlo sia nei rapporti con i figli, sia nei percorsi educativi o didattici, nelle scuole; qui si mimano storie, le si leggono, rappresentano, disegnano, etc.

Esse  aiutano il pensiero critico; a sviluppare l'immaginazione e le sue funzioni; ad apprendere il linguaggio delle parole scritte e parlate e anche quelle  delle emozioni;  educa alla  lettura,  e a costruire la resilienza emotiva attraverso le sfide che propongono in senso metaforico, insieme al loro superamento.

Mi capita, come pedagogista, di utilizzarle anche nei contesti di formazione con gli educatori nelle esperienze di "circle time" in cui si esplorano, grazie ad esse, le soft skills di ogni operatore e del gruppo Mi piace utilizzare, anche in quei contesti, i silent-book che sono libri in cui le immagini vere o illustrate fanno da ponte silenzioso tra dentro e fuori    

Questo è un bene, perché fa bene!

Troppo spesso, però incontro bambini e adulti silenziosi davanti ad un foglio bianco da disegnare o scrivere,  senza parole di fronte ad una storia da inventare. La nuova era digitale ha cambiato il mondo e gli uomini. Tutto è più veloce, risponde prontamente al bisogno immediato ma non  scende in profondità.

Creare non è solo un gioco, ma è una esperienza che ha forti potenzialità educative  che implementano il pensiero divergente

                                                                                


                                               

Il termine "esprimere" che resta alla base di ogni atto creativo da "ex-premere" mettere fuori qualcosa che era dentro, racconta che in questo movimento di transizione,  si generano  e scoprono infinite capacità che sono utili, non solo nella prima infanzia, ma implementeranno le capacità strategiche degli adulti di fronte agli imprevisti della vita. 

I piccoli amano le fiabe e i racconti illustrati o raccontati a voce. La ritengo una efficace “omeopatia” fatta di piccole dosi di linguaggio simbolico che affonda le radici negli archetipi, che hanno attraversato il tempo, sono portatori di un linguaggio universale e mantengono intatta la loro forza evocativa. 

La lettura fatta insieme tra genitore e figlio è in grado, da se stessa, di generare  una atmosfera magica di grande complicità e calore , fatta a volte  di rituali se accompagna il sonno. 

L 'accompagnamento della voce e la vicinanza, regalano al più piccolo  la "fiducia"  nell'atto  dell''addormentamento, ingredienti che nessuna fiaba proposta sullo schermo  e  magari, vissuta in solitudine, è in grado di creare .



Può capitare che il bimbo desideri leggere o, meglio, ripetere all'infinito, la stessa storia.

Questo significa che lui “ha bisogno” di quella storia in quel momento della sua crescita.

Quel racconto sta probabilmente riproponendo un suo vissuto assopito ma al tempo stesso lo "cura" con la medicina dell'immaginario.

I personaggi in cui il bimbo si identifica sono degli archetipi o simboli del suo immaginario che lo sostengono, sorreggono nella crescita, anche ad elaborare le sue parti più profonde, da ascoltare.

Lo stesso beneficio può averlo la persona adulta se ama scrivere storie personali o leggerne di immaginali, recuperando una parte bambina , pronta a dialogare con l'età matura e ad offrire a quest'ultima soluzioni nuove. 

Ma c'è differenza tra fiabe e favole e molto spesso noi usiamo i termini dando ad essi lo stesso valore.

Le fiabe raccontano gesta di eroi umani e immaginari, principi e principesse, streghe, maghi e re.

In genere l'eroe positivo viene insidiato dall'antieroe e sembra stia per soccombere, quando, per un intervento magico, tutto si risolve per il meglio ed il bene trionfa!

Le favole ,invece, hanno una struttura narrativa più semplice e breve, i protagonisti sono di solito degli animali parlanti che con le loro esperienze ci dimostrano una sorta di saggezza popolare che si concretizza nella morale esplicitata alla fine della favola.

I genitori non si spaventino, quindi, nell'usare fiabe o favole con personaggi in cui c'è un orco, un lupo, etc. se il bambino li richiede.


Questo può essere utile perché il piccolo in essi proietta molte delle  emozioni che  altrimenti resterebbero nel suo vissuto recuperando  e rielaborando significati che  traducono in modo comprensibile ed accettato,  la paura, l ‘ inadeguatezza, il   conflitto, la solitudine,  la rabbia, la gelosia ,etc.

Può accadere che leggendo le fiabe, personaggi terribili diventano ridicoli, altri indistruttibili vengono il più delle volte “combattuti” e sconfitti,  tutto questo, rassicura i più piccoli e apre l'immaginario della soluzione, della possibilità.  Per un lupo c'è sempre un cacciatore; per un orso scontroso sempre una fatina; per un re cattivo vi è sempre un  principe buono; etc.

Anche gli adulti possono attecchire al pozzo prezioso delle fiabe/ favole per ritrovare significati che sfuggono; ritrovare la semplicità della vita; donarsi chiavi  di lettura  più leggere e divertenti che aiutano ad affrontare la pesantezza del  quotidiano, intravedendovi risposte  e vie da praticare, magari insperate. 



Per concludere, desidero ricordare che in ogni famiglia esiste, inoltre, una sorta di mosaico fatto di racconti, filastrocche,  narrazioni di storie di antenati, etc.

Raccontarli ai propri figli può essere positivo sia per noi  adulti che recuperiamo attraverso la forza di un ricordo il valore delle nostre radici; sia per i più piccoli perché si sentono parte di un sistema famigliare più allargato, che ha reso possibile la loro presenza  e che sorregge il loro cammino verso il futuro.

 

 

                                                                                    

 

 

 

 







Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro

  Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro  ...