giovedì 28 ottobre 2021

Il riposo del guerriero peloso - TERZA PUNTATA dei racconti " Storie di ordinaria PUF-fitudine. Un gatto alla scoperta del mondo"

 

Il riposo del guerriero peloso




Puf si era alzato di buon mattino e aveva già mangiato le crocchette dalla ciotola rossa.

Eppure, anche se si sentiva sazio, oggi aveva voglia di avventura, la sua solita fissa.

Puf ascoltava dentro di sé il desiderio di correre e di andare per i prati.

Cosi, decise di farlo senza pensarci troppo.

Attraversò il cortile del vecchio casolare, e oltrepassò il muro di cinta di sassi.

Presto si trovò in aperta campagna e iniziò a correre.

Le zampe sembravano non fermarsi e poiché avevano i cuscinetti, parevano avere le ali.

Il vento lo aiutava in quella corsa sfrenata.

Ad un certo punto, ascoltò da lontano un pianto disperato.

Si fermò e si rese conto che proveniva da un albero di gelso.

Si arrampicò. Qualcuno stava chiamando aiuto…..

Si guardò attorno tra i rami e vide un nido costruito con il fieno.

Dentro ad esso tre piccoli uccellini aprivano il becco cercando cibo e piangendo, pigolando.

Non avevano lacrime ma pigolii.

Si sentivano sicuramente soli ed abbandonati.

“ Piccoli sto qui…” cercò di dire Puf e con il naso annusò il nido.

Gli uccellini presero il suo naso per qualcosa di buono da mangiare e lo beccarono con insistenza.

“ahia!!! Che malaccio!!” gridò Puf togliendo da lì, il suo naso sanguinante.

“Accidenti! Il mio naso non è una patatina fritta” cercò di dire più a se stesso che a loro, visto che non capivano la sua lingua.

E si interrogò di cosa ne fosse stato dei loro genitori…

Si guardò attorno ma non vide nulla.

Improvvisamente, un frastuono, un battere di ali e arrivò la mamma della nidiata facendo capire che aveva necessità di aiuto.

Puf cercò di comprendere quanto gli era stato detto il lingua straniera ma non ne venne a capo.

Con il naso piuttosto provato, si mise in cammino cercando notizie lì intorno.

Il cane del contadino di nome  Billo,  che aveva visto la scena, lo chiamò e disse:“ Sai amico Puf, credo che il papà degli uccellini sia rimasto imprigionato in qualche luogo: è da un po’ che non sta arrivando al nido e la cosa mi preoccupa;  è meglio che andiamo a cercarlo insieme”.

Non fecero molta strada, e compresero che il papà era stato fatto prigioniero dal gatto randagio Pilaf malvagio e pericoloso.

Pilaf era brutto, magro, sporco e pieno di pulci.

“Come faremo ora?” si chiesero i due amici pensando che l’avversario non era facile da sfidare ed era temibile.

“Dovremo cercare di distrarre Pilaf” rispose Puf.

“Ci penso io” proseguì e così, con grande entusiasmo, con la sua coda nera ad uncino quasi fosse una spada, si mise a provocare il vecchio Pilaf.

Sbuffava e faceva versi spaventosi che mai sarebbero usciti dalla sua gola!

Si esibiva con una passerella da vero cavaliere, avanti ed indietro,  dimostrandosi un guerriero pronto a combattere.

Pilaf non rimase fermo e si azzuffarono immediatamente.

Approfittando di quella distrazione, il cane Billo, andò dal papà degli uccellini, rinchiuso nel vecchio pollaio, lo slegò e lo invitò a salire  sulla sua  schiena e via verso casa!

Puf intanto, le dava e le prendeva di santa ragione, ma quando sentì un fischio di Billo, capì che la missione era compiuta.

Smise di litigare.                                                                

Fece un bell’inchino, ringraziò Pilaf incredulo e gli disse:” Io ti ringrazio caro Pilaf, ora so di essere un vero guerriero peloso, dopo aver combattuto con te!!! Io ti ritengo forte ed astuto! Grazie!”

Con un salto, ed il pelo tutto arruffato, guadagnò la campagna.

A Pilaf non rimase che accettare quanto accaduto come fosse stato un brutto sogno, e comprese solo dopo, il senso di tutto questo, quando non trovò più nel pollaio l’uccello catturato per la sua cena!

Una volta arrivati tutti sani e salvi in prossimità del nido, la mamma degli uccellini ringraziò di cuore, rivedendo con gioia il papà; il papà, tutto felice iniziò a cercare il cibo per i suoi piccoli, contento che tutto si era risolto per il meglio.

Puf ritornò a casa con il naso sanguinante e qualche morsetto ma aveva il cuore allegro: ora sapeva di essere un vero guerriero della Luce. 

“Ronf… Ronf… Ronf… ”Quella notte dormì a lungo, si concesse anche  di russare….tra le gambe tenne la sua coda, come fosse una vera spada!          

                  

 

  

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera al maestro Benito Beltrame della Val Colvera

Caro Benito, Di te ho un caro ricordo ed oggi , giornata di primavera che tu amavi molto insieme ai suoi tanti fiori, ripenso a te con grat...