Caro Benito,
Di te ho un caro ricordo ed oggi , giornata di primavera che tu amavi molto insieme ai suoi tanti fiori, ripenso a te con gratitudine.
Seduto con la tua amata Ita ( Manuelita) attendevi me e Roberto, nel tuo salotto pieno di libri e di ricordi.
Per accoglierci ci facevi sedere nella comoda poltrona di un abbraccio o di una parola saggia e buona, capace di scaldare e farci sentire comodi.
Con Ita tua moglie dimostravi una pazienza compassionevole , spiegandole ogni passaggio o frase che non capiva, seduta sempre vicino a te , quasi fosse impossibile non immaginarvi uniti e insieme in un intreccio d’amore.
E lo facevi con una tenerezza che mi rapiva, mentre ti osservavo
Parlavi di te ma eri molto curioso del mondo che noi ti portavano, arrivando da fuori provincia per farti visita, nei nostri racconti e zaini
Eri attento osservatore di stati d’animo e lettore di vissuti tra le pieghe di una narrazione
Di te parlavi nel presente , coniugando passato e futuro con facilità e memoria singolare
I tuoi progetti nuovi erano mongolfiere sempre con il fuoco acceso , non ultimo quello della pubblicazione del “tuo libro raccolta” di cui a gennaio ci hai parlato diffusamente entusiasta
Il passato fatto di storie di uomini ,bambini , guerra , passaggi in terra africana o viaggi oltre oceano avevano il colore e calore delle tue parole sempre rispettose e ricche di particolari entusiasmanti.
Il tuo amore per l’arte , la poesia e la natura era la manifestazione concreta che la vita la si guadagna ogni giorno anche attraverso la curiosità , quale esperienza infantile rinnovata ad ogni età.
Amavi moltissimo i bambini e le loro famiglie; a loro hai dedicato parte della tua vita come maestro e come guida educativa, dimostrando che con l'esempio, si possono indicare strade sempre nuove ed efficaci.
La tua è sempre stata una pedagogia dell'essenziale, della "pratica educativa" in natura e nel quotidiano ove l'ascolto attivo dell'insegnante poteva aprire nuove finestre sulle potenzialità del discente
Apicultore per passione hai trasmesso questo amore a molte missioni in Africa e proseguisti sostenendo alcuni ragazzi immigrati sbarcati in Sicilia e affidati al comune di Frisanco offrendo loro solide basi per poter vivere in comunità attraverso insegnamenti efficaci riguardanti la cura personale, dell'ambiente, la geografia ,l'orientamento, etc
lo raccontavi spesso con gioia ed entusiasmo vivi in te, e per questo ottenesti la nomina di commendatore dell'ordine del merito della Repubblica Italiana da Presidente della Repubblica.
Ci dicevi spesso, che ritenevi di avere fatto solo il tuo dovere come molto spesso avevi fatto nel corso della tua vita sui campi di guerra, e quelli a seguire di molti anni di vita intensa.
Ci credevi nella comunità e insieme a Ita (non solo moglie ma anche compagna di progetti condivisi) sei sempre stato punto fermo per chi era dovuto emigrare all'estero e che tu stesso ospitavi o ti recavi ad incontrare anche oltre oceano.
Essere testimoni di radici solide, di tradizioni e di cultura, questo era un tuo credo fermo e lo ripetevi spesso.
Ripenso alle estati in cui, venendoti a far visita, ti trovavamo a camminare con la poetessa Novella Cantarutti tua amica di sempre e che da te giungeva in vacanza sentendosi a casa e accolta. Lei lo diceva spesso, nella lingua friulana di cui era alta espressione.
Dialoghi, pensieri che hanno sicuramente arricchito la tua penna e scrittura. La tua casa, negli anni, un crocevia di incontri di cui tu hai trasmesso la bellezza nei tuoi racconti e pensieri pubblicati nell'eco della val Colvera a gennaio divenuti una raccolta
A casa, conserviamo appesi i tuoi due quadri ad acquerello che ci donasti tempo fa, quando avevi deciso di sperimentarti con i pennelli. Rivedo in te l'allegria, curiosità divertimento di un bambino quando ci mostravi tutti i trucchi che avevi imparato per dipingere il cielo; in questi dipinti, ti era caro rappresentare gli scorci più suggestivi della tua amata Frisanco, osservati con la poesia del cuore.
Ricordo ancora quando ci siamo salutati . Ti ho sentito fragile e ci hai accompagnato alla porta per la prima volta appoggiandoti ad un bastone e pregandomi di non smettere mai di scrivere.
Anche ora ti faccio dono di queste parole con la speranza che al di là del Raut, ove qualcuno ti ha immaginato, tu sappia donarci ancora la fiducia nella vita che attraverso ogni incontro rinnova di significato
Ed io sono grata del nostro esserci incontrati e ri - conosciuti
Ti porterò nel cuore caro amico Benito
Con affetto
Rosa Rita Formica
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