giovedì 3 marzo 2022

La vita nel silenzioso fiocco di neve. Racconto che ha partecipato al concorso "scrittura al femminile" Comune Campoformido seconda edizione 2022

La vita nel silenzioso fiocco di neve.







 

Mi capita spesso, d’inverno, di sedermi sotto al vecchio ciliegio in completa solitudine, e veder volteggiare, trasportati dal vento, quando il cielo, bianco come il latte, preannuncia un cambio di tempo, dei fiocchi di neve.

Uno ad uno calano leggeri ma solo insieme diventano coltre nel letto del paesaggio.   

Un giorno, ne vidi scendere parecchi, e mi soffermai ad osservare uno in particolare.

Era un batuffolo di cotone bianco, cullato da una corrente d’aria. 

Una felicità silenziosa accompagnava la sua caduta.

Era candido, vestito da mille gocce d'acqua pura ghiacciata e pareva pavoneggiarsi nel suo ondeggiare.

Aveva appena lasciato la nuvola, ed era pronto ad affrontare la vita.

C'erano tanti amici fiocchi vicino a lui, ma il momento era talmente magico che quasi se ne dimenticava, non curandosi di loro. Ho immaginato parlasse, e gli ho dato voce, insieme a ciò che gli danzava intorno nel silenzio.

Quella sua solitudine improvvisa e quasi scelta, la sentivo amica e dialogava con me che spesso mi apparto, a camminare nei boschi, lontano dal chiassoso mondo, per ritrovare e ridonare significati che sento sfioriti.

 


“Cosa andrò a fare laggiù?” stava pensando il fiocco ma la speranza in ciò che doveva accadere, non toglieva la forza a quella caduta silenziosa e solitaria.

Immerso in questi pensieri, zigzagava nell'aria e si faceva sempre più pesante e veloce.

Un pettirosso che volava alla ricerca di un riparo, udii la sua voce.

“Come mai sei così fiducioso? Tra poco sarai di nuovo acqua e scomparirai per sempre. Così, caro fiocco di neve, non ci sarai più!” gli disse preoccupato.

“Hai ragione” rispose lui” tutto può accadere mentre

si precipita nel vuoto. Gioisco di questa caduta e, ogni piccolo momento, lo porto nel cuore come un tesoro.

Sento l'aria che mi inebria; respiro l'odore del freddo; mi faccio accarezzare dal vento; osservo i comignoli fumanti dei tetti e il campanile sotto di me.

Posso vedere anche gli occhi grandi e stupiti di quel bambino laggiù che guarda il cielo, tendendo le manine arrossate verso l'alto, nella speranza di potermi abbracciare o riporre nella sua scatolina dei segreti. 

Amico mio, c'è tutto in questo precipitare silenzioso! Tutto l'amore profondo che donerò alla terra!”

Il pettirosso si infilò sotto le legna accatastata con ordine dal contadino, e volse il suo sguardo verso il nuovo amico che presto avrebbe toccato il suolo.

Il contatto con la zolla di terra avvenne di lì a poco: il fiocco di neve si posò senza fare rumore.

Nessuno lo sentì.

Lentamente iniziò a cambiare colore e da bianco divenne scuro, unendosi al terreno.

Fu un’unione benefica come le note si uniscono insieme per creare una melodia.

“Il fiocco bianco si è sporcato!!! Ora non è più bianco puro come la sua natura conviene” pensò dispiaciuto l'uccelletto intirizzito dal soffiare del vento.

La terra accolse quel dono venuto dal cielo come la mamma strinse le mani di quel bambino che ancora volgeva le sue grida alla magia della neve.

Il fiocco si trasformò in acqua e ammorbidì la zolla indurita dal gelo di quei giorni.

Sotto, nella profondità, un solitario semino di grano avvertì un tepore venire da quella delicata unione.

Rabbrividì di gioia e pensò che, da lì a pochi mesi, sarebbe salito verso l'alto, in senso contrario alla caduta del fiocco di neve.

Avrebbe allungato il suo esile stelo, e aperto le sue

foglie al calore del sole.

Ci fu un luccichio e poi il fiocco scomparve, trasformandosi in vita.

 La sua caduta silenziosa aveva abitato molti cuori, compreso il mio, ed aveva catturato nella totale quiete, immagini che mi abitavano, e si riflettevano a specchio nella Natura Amica.

La solitudine, a volte, porta con sé la forza e lo sguardo profondo necessari a dialogare con noi stessi ma solo l’unione con gli altri  genera la vita, e questi due messaggi erano i regali donati dalla fiaba di un semplice fiocco di neve che, in un pomeriggio innevato, ha rallegrato la mia anima con le sue immagini 

Lettera al maestro Benito Beltrame della Val Colvera

Caro Benito, Di te ho un caro ricordo ed oggi , giornata di primavera che tu amavi molto insieme ai suoi tanti fiori, ripenso a te con grat...