mercoledì 20 ottobre 2021

Un nuovo amico. PRIMA PUNTATA del racconto tratto da "Storie di ordinaria PUF-fitudine, un gatto alla scoperta del mondo"

 Prefazione ai racconti

Ciao a tutti, io sono Gatto Puf.

Sono un gatto nero e bianco, molto peloso.

Quando sono nato mi hanno soprannominato Cosmo Puf perché con i miei occhi chiari, guardavo il cielo e sognavo. 

Amo i bambini che sono miei migliori amici  e con loro parlo la lingua del cuore.

Ho girato il mondo e, nei miei viaggi, ho conosciuto molti animali e persone; mi sono capitate molte avventure ed ho giocato all’aria aperta.

Per scrivere questo diario dei miei incontri più belli, mi sono fatto aiutare dalla mia compagna fedele e preziosa Rosa Rita. Lei ha sempre avuto molta pazienza con me, anche quando ero pasticcione e combinavo qualche guaio.

Spero che questi racconti riescano a farvi sorridere; e se con voi, ci saranno anche mamma e papà, con il calore della loro vicinanza, sapranno, sicuramente, renderle più accoglienti.

 

Vi abbraccio

Gatto Puf 

 

  




                          

 Un nuovo amico 

Mamma gatta aveva messo al mondo quattro mici. Il loro papà era il gatto Silvestro della casa accanto.

Lui amava viaggiare per la campagna alla ricerca di nuove avventure.

Era molto distratto, e restare fermo in casa, non faceva al caso suo.

Mamma gatta, all’arrivo della nuova famiglia di cuccioli, dovette così 'rimboccarsi le zampe' e darsi da fare.

 I suoi cuccioli avevano fame ed erano molto impegnativi.

Uno di loro, il piccolo Puf era simile al padre: era tutto nero ma le zampine, punta della coda e naso erano completamente bianche. Eleganza gattesca unica e rara. Seppur piccolo, era già un micio di " gran classe ".

Socievole e giocherellone, si era dimostrato subito simpatico: saliva sugli alberi e si trasformava in un osservatore attento, lassù in cima.

Gufi e civette gridavano con voce antipatica ma a lui non facevano paura. Stava lì appollaiato sui rami, e sognava.

Lui era coraggioso.

E fu così che, in un giorno d’estate, decise di scoprire il mondo.

La cesta calda era accogliente ma c'era qualcosa in più.

Siiiiiiiiiiiiiiiiiii !!

qualcosa di più che lui non conosceva e non aveva ancora visto. Per questo motivo, il nonno lo aveva soprannominato “Cielo Puf”.

Il cielo conteneva tante stelle.

Puf le guardava incantato con il naso all’insù.

Se avesse avuto le ali, e non solo una coda equilibrista, le avrebbe raggiunte per conoscerle tutte.   

La nidiata dove era nato il gattino, si trovava nell' antica cascina di Colle Valle in mezzo a tanti ulivi, agavi e fichi d'India; era un piccolo paradiso, vicino al pelo caldo della mamma.

Tutto questo, però, non bastava a Puf. 

No.

Non gli bastava!!!

Lui voleva di più....qualcosa di nuovo lo attendeva oltre a quel muro.

“Crescere era anche questo” Pensò la mamma mentre lo salutò quella mattina.

"Curioso Puf "pensò la rondine mentre lo vide incamminarsi lungo il viottolo sterrato.

Lui si stava avviando, quel giorno di sole, così, da solo, alla scoperta di ciò che stava al di là.

Si girava molto spesso, cercando lo sguardo della mamma, perché in certi momenti, gli prendeva la paura e la pancia gli borbottava.

Proseguì, nonostante volesse tornare indietro.

La mamma lo guardava da lontano.

Dapprima, Puf incontrò una farfalla.

Lui non comprese che cosa fosse quello sbattere bianco di ali: una leggera colorata, piacevole danza.

Rimase incantato da tanta bellezza, e alzò le zampine per toccare le sue ali.

"Che fai palla di pelo? Mi togli la polverina magica dalle ali così non volo più? Sei impazzito? " gridò la farfalla indispettita.

La sua bellezza e la sua voce purtroppo non danzavano insieme.

Puf rimase mortificato.

Proseguì il viaggio, felice di aver avuto quella visione solo per un po'.

Non aveva fatto che pochi passi, quando vide uno stagno: fiori galleggianti bianchi e rosa avevano voce e borbottavano come una caffettiera.

 " Che strano suono hanno" pensò il micio.

 Improvvisamente sentì un tuffo in acqua.

 Un muso verde rugoso lo stava fissando.

 "Un extraterrestre? " si domandò.

“Ccra ... Cra...che ci fai tu qui? Ombra scura? Sembri uscito dalla notte. Chi sei, un fantasma della luna?" Gli chiese quel " coso mostruoso”.

" Sono il gattino Puf e tu? " rispose intimorito.

 " Io sono Prisco la rana... Gracchio alla luna e rimango incantato a fissarla, cosi, alle volte mi perdo tutto il resto!

Io penso di essere un po' tonto. .... la sua luce ... Sai…. la sua luce è  incantevole" rispose la rana con occhi sognanti.

Puf ricordò com’era rimasto rapito dal volo di quella farfalla e capì che cosa gli stava di dicendo Prisco.

 I sogni ?

 “Certo i sogni ! ” pensò.

 "Ci sono i sogni che si fanno ad occhi aperti e magari un giorno, tu scopri che non si possono realizzare… E ci sono altri sogni che, magari, si realizzano. "

Riprese il cammino,sicuro di  quel suo nuovo viaggio lontano da casa.

Ascoltò lo scorrere dell'acqua di un fiume.

Tese le orecchie.

Si fece strada tra i cespugli e guardò le rapide che veloci scendevano verso il mare.

Rimase ancora rapito da quel silenzio.

Si sentì Sospeso.

Fu cosi che vide, in mezzo all'acqua, qualcosa che annaspava.             

 "Aiutooo... Aiutooo.."

Un topino di campagna, con uno strano paltò a quadretti, cercava di nuotare ma evidentemente non ne era capace. Sarebbe affondato tra uno spruzzo e l'altro di lì a breve.

Puf non ci pensò molto: prese il primo ramo che trovò lungo la via, e lo tese traballante al suo nemico. 

Sì, un suo nemico.

Da sempre, si sa, che tra gatti e topi non corre buon sangue.

Si odiano cordialmente.

Molte volte i gatti mangiano addirittura i topi!!! Brutta storia.

Eppure, in questo caso, Puf sognatore non ci pensò nemmeno una volta.

Per il micio la vita era preziosa.

Così, il topino tutto inzuppato, si aggrappò al ramo e si ritrovò, presto, sulla terra ferma.

Aveva il fiato corto e ringraziò, con un filo di voce, il nuovo amico/ nemico. Ben presto, gli venne, però, il pensiero in mente, che il micio lo avrebbe messo in mezzo ad un bel panino al posto del formaggio.

Non ci volle molto per capire che Puf non era un gatto qualsiasi.

Si abbracciarono tutti bagnati com' erano e, con fiducia, ripresero la via di casa. Abitavano l’uno poco distante dall'altro.

Puf ritornò dalla mamma e fu capace di riportare la pace, nel piccolo paese di Colle Valle, tra gatti e topi.

Quella sera Puf dormì sognando tante crocchette profumate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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