Sulle parole della filastrocca di Gianni Rodari, ho pensato di immaginare la mia città attraverso gli scatti che negli anni e mesi dell'anno le ho dedicato, assaporandone la bellezza.
Camminando ho fermato a memoria, scorci, e suggestioni della città ducale che nel mio cuore vive, attraverso la storia e natura che le dona radici
Gennaio,
il primo giorno è il più gaio,
è fatto solo di speranza:
chi ne ha tanta, vive abbastanza.
Febbraio
viene a potare la vite
con le dita intirizzite:
è senza guanti ed ha i geloni
e un buco negli zoccoloni.
Marzo
pazzo e cuorcontento
si sveglia un mattino pieno di vento:
la prima rondine arriva stasera
con l’espresso della primavera.
Aprile
tosatore
porta la lana al vecchio pastore,
spoglia la pecora e l’agnello
per farti un berretto ed un mantello.
Maggio
viene ardito e bello
con un garofano all’occhiello,
con tante bandiere nel cielo d’oro
per la festa del lavoro.
Giugno,
invece, è falciatore;
il fieno manda un dolce odore,
in alto in alto l’allodola vola,
il bidello chiude la scuola.
Luglio
miete il grano biondo,
la mano è stanca, il cuore è giocondo.
Canta il cuculo tra le foglie:
c’è chi lavora e mai non raccoglie.
Agosto
Settembre
settembrino,
matura l’uva e si fa il vino,
Ottobre
seminatore:
in terra il seme sogna il fiore,
sotterra il buio germoglio sa
che il sole domani lo scalderà.
Novembre
legnaiolo
va nei boschi solo solo,
c’è l’ultima foglia a un albero in vetta
e cade al primo colpo d’accetta.
Vien dicembre lieve lieve,
si fa la battaglia a palle di neve:
il fantoccio crolla a terra
e cosi cade chi vuole la guerra!
(Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)