La base della pedagogia rodariana è la creatività, come spiega lui stesso nella Grammatica della Fantasia, il suo unico testo teorico, che si rivolge «a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell'educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola». Gianni è convinto che fosse importante rendere i bambini attori e protagonisti del loro progetto di vita e valorizza il patto intergenerazionale per creare un mondo futuro più evoluto ; un bambino troverà la forza e il coraggio di lottare per costruire un mondo migliore solo se sarà capace di immaginare cose che non esistono; il compito dell’adulto è quello di stimolare la sua fantasia, fornendogli gli strumenti adatti affinché la creatività possa manifestarsi da se stessa.
Il suo mondo è giocoso, fatto di personaggi improbabili ma reali in cui gli opposti si attraggono come i laboratori che lui sperimenta con i bambini in cui si gioca con le fiabe strampalate e Pinocchio finisce in altra storia; o due parole si intrecciano anche se di non di stesso significato ma costruiscono le basi per una storia nuova; oppure una s davanti ad una parola ( prefisso arbitario) poteva cambiare il significato della parola stessa . Cosi diceva ai bambini: “Il libero uso di tutte le possibilità della lingua non rappresenta che una delle direzioni in cui ci si può espandersi", e così La grammatica della fantasia, diventa un testo pedagogico fondamentale per gli educatori e tanto più per la scuola di oggi, in cui la fantasia può diventare una enorme possibilità di apertura e scoperta
Le
fiabe "servono all'uomo completo. Se una società basata sul mito della
produttività (e sulla realtà del prodotto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli
esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire
che è fatta male e bisogna cambiarla. Per cambiarla occorrono uomini creativi,
che sappiano usare la loro immaginazione", scriveva Rodari sempre nel suo
volume La grammatica della fantasia.
Giovanni Francesco Rodari in arte Gianni Rodari nacque il 23 ottobre 1920 a Omegna, sul lago d'Orta e morì a Roma il 14 aprile 1980
Ha scritto numerose Filastrocche , poesie , racconti per l’infanzia surreali, divertenti , fantasiosi e poetici, usando un linguaggio essenziale, originale che ha avuto molta presa sui più piccoli. I suoi racconti contengono messaggi di tolleranza, integrazione, pacifismo e solidarietà, ambientalismo e sono sempre attraversati da una leggerezza e giocosità che li rende unici. Rodari ascoltava con attenzione i più piccoli, e dava a loro valore sia nel pensiero che nella capacità creativa, alla pari di quello adulto, anzi auspicando che quest’ultimo si nutrisse di una semplicità che dimentica, spesso, crescendo
Ha vissuto una vita molto difficile
perdendo il padre molto giovane e attraversando la guerra con tutte le sue
contraddizioni e lasciando alla sua crudezza anche due cari amici. Divenne
insegnante, soldato e partigiano e con coraggio attraversò le pieghe di un
periodo storico non semplice diventandone un pensatore di spicco che ha
lasciato una traccia nel pensiero pedagogico e nella letteratura per l’infanzia.
Si occupò presto di giornalismo e in
particolare di letteratura per bambini a scrivendo lui stesso molti libri
pubblicati anche Enaudi
Ha lavorato con amministrazioni pubbliche, associazioni di genitori e riviste dedicate all’infanzia divenendo il più grande scrittore di favole e filastrocche del novecento italiano e vincendo nel 1970 uno dei premi più prestigiosi dedicati all’infanzia ovvero il premio Andersen. Negli ultimi anni, si avvicinò anche al teatro di strada dei burattini. Morì troppo presto a quasi sessantanni per il peggioramento di un problema circolatorio ad una gamba dopo il ritorno da un viaggio.
Credo che Rodari lanci a noi educatori
una sfida ed un insegnamento profondo, invitandoci all’ascolto attivo e
mostrandoci con il suo esempio linguistico innovativo che nulla è così
impossibile o improbabile e che le nuove tecnologie (come Al suo tempo fu la tv e i nuovi cartoni giapponesi)
non sono da demonizzare ma ci stimolano ad aprirci ad un dialogo e aperto, costruttivo traendone sempre del buono.
A partire dagli anni Sessanta Rodari si dedicò con sempre più passione al lavoro con i bambini. Tra le opere scritte per i più piccoli si ricordano Filastrocche tra cielo e e terra con personaggi bizzarri e favole all’incontrario (età 6 anni) un libro per ragazzi con illustrazioni originali di Bruno Munari la cui prima edizione uscì nel 1960.
Seguì, nel 1962, la raccolta di fiabe Favole al telefono si narra la storia del ragionier Bianchi che, obbligato a stare lontano dalla figlia per lavoro, ogni sera, alle nove in punto, le raccontava una favola al telefono.
Di Gianni Rodari anche:
Il pianeta degli alberi di Natale che narra la storia di un bambino che visita il pianeta omonimo .
I viaggi Di Giovannino Perdigiorno che ci fa sperare in un mondo migliore e non di apparenze;
Le avventure di cipollino (da 7 anni) un monello tutto da seguire tra cattivi e buoni, tiranni ed oppressi;
Il libro degli errori ( età 9 anni) dove si dissacrano luoghi comuni e vige l’umorismo dell’assurdo;
Filastrocche per tutto l’anno ( età 7 anni);
Il libro dei perché( dai 9 anni) in cui si crede che l’uomo prima di nascere debba avere in testa un grande punti di domanda e qui scienza, poesia e razionalità convivono;
Le avventure di Tonino L’invisibile ( da 6 anni) per diventare invisibili e marinare la scuola, fare dispetti agli altri ma comprendere che tutto questo rischia di creare molte disavventure
A sbagliare le storie (da 3 anni) che racconta di cappuccetto Giallo, verde e chissà quanti altri nomi diversi se si sbagliano le strorie;
e tanti altri ancora
Insegna, Rodari, il
metodo dell’utopia.
“”Se rileggo oggi le mie storie che ho scritto nel ’49 o nel ’50, posso dirmi soddisfatto, potrei addirittura sottoscriverle senza cambiarle, proprio perché non le ho costruite pensando che in quel periodo, per fare la rivoluzione, occorreva insegnare certe cose e non altre. Non ho mai proceduto in questo modo. E questo vuol dire che ho sempre rispettato la capacità dei bambini di farsi da soli i loro valori (…). Il problema non è mai stato tanto quello di trasmettergliene di bell’e fatti, ma quello di avere fiducia nella loro capacità di costruirseli e di usarli. Il senso dell’utopia, un giorno, verrà riconosciuto tra i sensi umani alla pari con la vista, l’udito, l’odorato, ecc. Nell’attesa di quel giorno tocca alle favole mantenerlo vivo, e servirsene, per scrutare l’universo fantastico”””
E a proposito dell’ascolto
“Un giorno sul diretto
Capranica-Viterbo vidi salire un uomo con un orecchio acerbo. Non era tanto
giovane, anzi era maturato, tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino e poter osservare il fenomeno per benino.
‘Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età, di quell’orecchio verde che
cosa se ne fa?’. Rispose gentilmente: ‘Dica pure che son vecchio. Di giovane mi
è rimasto soltanto quest’orecchio. È un orecchio bambino, mi serve per capire
le cose che i grandi non stanno mai a sentire’””
Per i libri su Gianni Rodari
Vanessa Roghi, Lezioni di fantastica storia STORIA DI GIANNI RODARI , Editori La terza
Mirca Benetton, Il cielo è di tutti e la terra è di tutti, a cura di Mirca Benetton Edizioni ETS