martedì 5 novembre 2024

Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro

 

Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro

  

Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.
(Gianni Rodari)

Le favole dove stanno?
Ce n’è una in ogni cosa:
nel legno del tavolino,
nel bicchiere e nella rosa.
(Gianni Rodari)

 


In un mondo  ove lo sviluppo tecnologico e l’ accelerata digitalizzazione  trovano spazio  sempre più ampio per esistere nel quotidiano, mi pare quasi una piccola magia poter "ancora" pensare che le fiabe  possano  rappresentare una possibilità per grandi e  piccini, non solo di crescita ma anche di incontro e relazione.

Il desiderio di” raccontare e ascoltare”   sono le  due sponde che contengono e alimentano, il  fiume della narrazione, fatta in presenza.

Questo ponte che unisce chi grande a chi piccolo e viceversa, si incontra già  come bisogno profondo nel bambino agli inizi della vita. I piccoli amano ascoltare le fiabe lette dai genitori, e la loro voce diventa un suono che culla le notti, gli incontri, i giochi  e l'ora di andare a nanna. Se ne inventano, in quel contesto, anche tante di nuove, più divertenti con personaggi della quotidianità.

Se ci portiamo al periodo di gravidanza, anche in quel percorso si può dare vita qualcosa di magico, se pensiamo al  prezioso contatto madre e bambino fatto di suoni, emozioni e immagini!. 

Lo Spazio d'incontro”  che si crea è una complessa ed intricata rete di messaggi verbali, non verbali, emotivi ,etc. che rende “significativa” una relazione. Credo resti una "culla affettiva di crescita" insostituibile che alcuna virtualità potrà mai eguagliare!

Tante storie nella storia di un incontro.


Leggere fiabe è come iniziare un cammino, entrare in un bosco e lasciarsi prendere e perdersi tra i suoi  colori, profumi e  rumori...un animaletto corre veloce, un fungo fa capolino tra il muschio.

Parole ed immagini danzano insieme e si abbracciano per creare un'atmosfera unica

In questo mondo il rito e tutt'uno con il magico, l'imprevisto è importante anzi ricercato, dove è reale la fantasia e fantastica la realtà, dove la potenza dell'immaginario genera possibilità, traccia strade, favorisce  scelte, prospetta percorsi evolutivi.






Daniel Lumera in un suo articolo   definisce le fiabe “una medicina naturale  capace di riequilibrare  e riportare a ritmi di ascolto lenti profondi ed essenziali, al contatto umano e ai valori della vita sia per adulti che per piccini. Nell’era della dopamina e dell’adrenalina, in cui sempre più strutture tecnologiche vengono utilizzate come veicoli per creare dipendenza, le fiabe diventano un balsamo per la mente e per il cuore. Hanno il compito di ricordarci che nella nostra specie la necessità della presenza dell’altro e del suo sguardo non è qualcosa di sostituibile o superfluo, ma un bisogno ancestrale, come respirare, mangiare, bere o dormire” (  Daniel Lumera Corriere della sera 27 ottobre 2024).

Usando un linguaggio dei nostri giorni direi che ogni fiaba è un ipertesto, crea collegamenti, link, libere associazioni, rimanda a un altrove e a un altrimenti, un internet dell'immaginario



La fiaba è un ponte gettato dall'età adulta all'infanzia e viceversa.

Si sta scoprendo il gusto di percorrerlo, di usufruirne e di viverlo sia nei rapporti con i figli, sia nei percorsi educativi o didattici, nelle scuole; qui si mimano storie, le si leggono, rappresentano, disegnano, etc.

Esse  aiutano il pensiero critico; a sviluppare l'immaginazione e le sue funzioni; ad apprendere il linguaggio delle parole scritte e parlate e anche quelle  delle emozioni;  educa alla  lettura,  e a costruire la resilienza emotiva attraverso le sfide che propongono in senso metaforico, insieme al loro superamento.

Mi capita, come pedagogista, di utilizzarle anche nei contesti di formazione con gli educatori nelle esperienze di "circle time" in cui si esplorano, grazie ad esse, le soft skills di ogni operatore e del gruppo Mi piace utilizzare, anche in quei contesti, i silent-book che sono libri in cui le immagini vere o illustrate fanno da ponte silenzioso tra dentro e fuori    

Questo è un bene, perché fa bene!

Troppo spesso, però incontro bambini e adulti silenziosi davanti ad un foglio bianco da disegnare o scrivere,  senza parole di fronte ad una storia da inventare. La nuova era digitale ha cambiato il mondo e gli uomini. Tutto è più veloce, risponde prontamente al bisogno immediato ma non  scende in profondità.

Creare non è solo un gioco, ma è una esperienza che ha forti potenzialità educative  che implementano il pensiero divergente

                                                                                


                                               

Il termine "esprimere" che resta alla base di ogni atto creativo da "ex-premere" mettere fuori qualcosa che era dentro, racconta che in questo movimento di transizione,  si generano  e scoprono infinite capacità che sono utili, non solo nella prima infanzia, ma implementeranno le capacità strategiche degli adulti di fronte agli imprevisti della vita. 

I piccoli amano le fiabe e i racconti illustrati o raccontati a voce. La ritengo una efficace “omeopatia” fatta di piccole dosi di linguaggio simbolico che affonda le radici negli archetipi, che hanno attraversato il tempo, sono portatori di un linguaggio universale e mantengono intatta la loro forza evocativa. 

La lettura fatta insieme tra genitore e figlio è in grado, da se stessa, di generare  una atmosfera magica di grande complicità e calore , fatta a volte  di rituali se accompagna il sonno. 

L 'accompagnamento della voce e la vicinanza, regalano al più piccolo  la "fiducia"  nell'atto  dell''addormentamento, ingredienti che nessuna fiaba proposta sullo schermo  e  magari, vissuta in solitudine, è in grado di creare .



Può capitare che il bimbo desideri leggere o, meglio, ripetere all'infinito, la stessa storia.

Questo significa che lui “ha bisogno” di quella storia in quel momento della sua crescita.

Quel racconto sta probabilmente riproponendo un suo vissuto assopito ma al tempo stesso lo "cura" con la medicina dell'immaginario.

I personaggi in cui il bimbo si identifica sono degli archetipi o simboli del suo immaginario che lo sostengono, sorreggono nella crescita, anche ad elaborare le sue parti più profonde, da ascoltare.

Lo stesso beneficio può averlo la persona adulta se ama scrivere storie personali o leggerne di immaginali, recuperando una parte bambina , pronta a dialogare con l'età matura e ad offrire a quest'ultima soluzioni nuove. 

Ma c'è differenza tra fiabe e favole e molto spesso noi usiamo i termini dando ad essi lo stesso valore.

Le fiabe raccontano gesta di eroi umani e immaginari, principi e principesse, streghe, maghi e re.

In genere l'eroe positivo viene insidiato dall'antieroe e sembra stia per soccombere, quando, per un intervento magico, tutto si risolve per il meglio ed il bene trionfa!

Le favole ,invece, hanno una struttura narrativa più semplice e breve, i protagonisti sono di solito degli animali parlanti che con le loro esperienze ci dimostrano una sorta di saggezza popolare che si concretizza nella morale esplicitata alla fine della favola.

I genitori non si spaventino, quindi, nell'usare fiabe o favole con personaggi in cui c'è un orco, un lupo, etc. se il bambino li richiede.


Questo può essere utile perché il piccolo in essi proietta molte delle  emozioni che  altrimenti resterebbero nel suo vissuto recuperando  e rielaborando significati che  traducono in modo comprensibile ed accettato,  la paura, l ‘ inadeguatezza, il   conflitto, la solitudine,  la rabbia, la gelosia ,etc.

Può accadere che leggendo le fiabe, personaggi terribili diventano ridicoli, altri indistruttibili vengono il più delle volte “combattuti” e sconfitti,  tutto questo, rassicura i più piccoli e apre l'immaginario della soluzione, della possibilità.  Per un lupo c'è sempre un cacciatore; per un orso scontroso sempre una fatina; per un re cattivo vi è sempre un  principe buono; etc.

Anche gli adulti possono attecchire al pozzo prezioso delle fiabe/ favole per ritrovare significati che sfuggono; ritrovare la semplicità della vita; donarsi chiavi  di lettura  più leggere e divertenti che aiutano ad affrontare la pesantezza del  quotidiano, intravedendovi risposte  e vie da praticare, magari insperate. 



Per concludere, desidero ricordare che in ogni famiglia esiste, inoltre, una sorta di mosaico fatto di racconti, filastrocche,  narrazioni di storie di antenati, etc.

Raccontarli ai propri figli può essere positivo sia per noi  adulti che recuperiamo attraverso la forza di un ricordo il valore delle nostre radici; sia per i più piccoli perché si sentono parte di un sistema famigliare più allargato, che ha reso possibile la loro presenza  e che sorregge il loro cammino verso il futuro.

 

 

                                                                                    

 

 

 

 







lunedì 20 marzo 2023

Lettera al maestro Benito Beltrame della Val Colvera




Caro Benito,

Di te ho un caro ricordo ed oggi , giornata di primavera che tu amavi molto insieme ai suoi tanti fiori, ripenso a te con gratitudine.

Seduto con la tua amata Ita ( Manuelita) attendevi me e Roberto, nel tuo salotto pieno di libri e di ricordi.

Per accoglierci ci facevi sedere nella comoda poltrona di un abbraccio o di una parola saggia e buona, capace di scaldare e farci sentire comodi.

Con Ita tua moglie dimostravi una pazienza compassionevole , spiegandole ogni passaggio o frase che non capiva, seduta sempre vicino a te , quasi fosse impossibile non immaginarvi uniti e insieme in un intreccio d’amore.

E lo facevi con una tenerezza che mi rapiva, mentre ti osservavo
Parlavi di te ma eri molto curioso del mondo che noi ti portavano, arrivando da fuori provincia per farti visita, nei nostri racconti e zaini

Eri attento osservatore di stati d’animo e lettore di vissuti tra le pieghe di una narrazione
Di te parlavi nel presente , coniugando passato e futuro con facilità e memoria singolare
I tuoi progetti nuovi erano mongolfiere sempre con il fuoco acceso , non ultimo quello della pubblicazione del “tuo libro raccolta” di cui a gennaio ci hai parlato diffusamente entusiasta

Il passato fatto di storie di uomini ,bambini , guerra , passaggi in terra africana o viaggi oltre oceano avevano il colore e calore delle tue parole sempre rispettose e ricche di particolari entusiasmanti.
Il tuo amore per l’arte , la poesia e la natura era la manifestazione concreta che la vita la si guadagna ogni giorno anche attraverso la curiosità , quale esperienza infantile rinnovata ad ogni età.

Amavi moltissimo i bambini e le loro famiglie; a loro hai dedicato parte della tua vita come maestro e come guida educativa, dimostrando che con l'esempio, si possono indicare strade sempre nuove ed efficaci.

La tua è sempre stata una pedagogia dell'essenziale, della "pratica educativa" in natura e nel quotidiano ove l'ascolto attivo dell'insegnante poteva aprire nuove finestre sulle potenzialità del discente

Apicultore per passione hai trasmesso questo amore a molte missioni in Africa e proseguisti sostenendo alcuni ragazzi immigrati sbarcati in Sicilia e affidati al comune di Frisanco offrendo loro solide basi per poter vivere in comunità attraverso insegnamenti efficaci riguardanti la cura personale, dell'ambiente, la geografia ,l'orientamento, etc
lo raccontavi spesso con gioia ed entusiasmo vivi in te, e per questo ottenesti la nomina di commendatore dell'ordine del merito della Repubblica Italiana da Presidente della Repubblica.

Ci dicevi spesso, che ritenevi di avere fatto solo il tuo dovere come molto spesso avevi fatto nel corso della tua vita sui campi di guerra, e quelli a seguire di molti anni di vita intensa.
Ci credevi nella comunità e insieme a Ita (non solo moglie ma anche compagna di progetti condivisi) sei sempre stato punto fermo per chi era dovuto emigrare all'estero e che tu stesso ospitavi o ti recavi ad incontrare anche oltre oceano.
Essere testimoni di radici solide, di tradizioni e di cultura, questo era un tuo credo fermo e lo ripetevi spesso.

Ripenso alle estati in cui, venendoti a far visita, ti trovavamo a camminare con la poetessa Novella Cantarutti tua amica di sempre e che da te giungeva in vacanza sentendosi a casa e accolta. Lei lo diceva spesso, nella lingua friulana di cui era alta espressione.
Dialoghi, pensieri che hanno sicuramente arricchito la tua penna e scrittura. La tua casa, negli anni, un crocevia di incontri di cui tu hai trasmesso la bellezza nei tuoi racconti e pensieri pubblicati nell'eco della val Colvera a gennaio divenuti una raccolta





A casa, conserviamo appesi i tuoi due quadri ad acquerello che ci donasti tempo fa, quando avevi deciso di sperimentarti con i pennelli. Rivedo in te l'allegria, curiosità divertimento di un bambino quando ci mostravi tutti i trucchi che avevi imparato per dipingere il cielo; in questi dipinti, ti era caro rappresentare gli scorci più suggestivi della tua amata Frisanco, osservati con la poesia del cuore.

Ricordo ancora quando ci siamo salutati . Ti ho sentito fragile e ci hai accompagnato alla porta per la prima volta appoggiandoti ad un bastone e pregandomi di non smettere mai di scrivere.
Anche ora ti faccio dono di queste parole con la speranza che al di là del Raut, ove qualcuno ti ha immaginato, tu sappia donarci ancora la fiducia nella vita che attraverso ogni incontro rinnova di significato
Ed io sono grata del nostro esserci incontrati e ri - conosciuti
Ti porterò nel cuore caro amico Benito
Con affetto

Rosa Rita Formica



lunedì 9 gennaio 2023

Pensando al mare: filastrocca del granchietto e il mare

 Sognando il mare ho scritto questa  filastrocca...






Il granchietto e il mare

 

Ho due occhietti e un corpo duro leggero

di esser crostaceo sono assai fiero.

Mi muovo furtivo tra le onde temendo rappresaglie,

per questo ho due grandi chele come tenaglie.

Mi nascondo sotto i fondali in mucchietti di sabbia come bottoni

quando vedo giungere gli uomini e i loro grandi piedoni.

Scappo, mi nascondo, corro anche all'incontrario

e svolgo questa attività in tutti i mesi del calendario.

D'estate mi muovo spesso: c'è più lavoro....

perché gli uomini cercan nel mare un fresco ristoro

e allora fuggo qui e fuggo là'

non sto fermo mai: non è' novità'!

Sono anche un segno zodiacale

e per farmi pubblicità non è poi tanto male!

Per finire, alle volte, casco nei secchielli

di quei sorridenti bimbi belli

che credendomi un nuovo giochino

mi fan spesso il solletichino.

E allora grido con bolle a bocca piena

Guardando triste lassù la luna piena.

."Liberatemi veloci nell'acqua di sale

la mamma mia è solo questo mare!!! "

I fanciulli mi guardano con tenerezza

Perché conoscono dell’acqua la freschezza.

Il loro cuore è generoso come un fiore

perché conoscono la parola Amore.

Delicatamente mi ripongono nel fondale sabbioso,

luogo di pace e non rumoroso

"Grazie !!"Dico loro con sorriso sincero

Parola di granchio.... Un granchio vero!

Le parole gentili sono come preghiere

Che sciolgono il gelo e superano tutte le frontiere.

 

 

 

mercoledì 26 ottobre 2022

Tempo di Ognissanti










Il  periodo di Ognissanti  un tempo era molto sentito

 A tal proposito, ricordo sempre mia bisnonna Eleonora, una donna piccina, tutta morbida come fosse un bignè. Portava sempre i capelli  bianchi raccolti ed abito scuro con grembiule a fiorellini, Dalle sue mani uscivano preziosità a non  finire. Cantava sempre mentre lavorava ad uncinetto e lo faceva di più in questo periodo.

Avevo perso dei figli quando erano ancora piccini: un  dolore grande per una donna.
Eppure, dopo giorni di ritiro  e di silenzio, aveva  ricominciato a cantare e a lavorare.
Io piccina le  chiedevo : "ma  nonna come fai? " lei mi rispondeva con il suo sorrido " la morte è parte della vita. Mi verrà data la forza da lassù " e pregava.

Ripenso alla bellezza della condivisione  che si faceva davanti al fuoco, proprio per ognissanti, mangiando castagne , bevendo vin brulè e mangiando qualche fetta di dolce con le mele raccolte in montagna . Vi erano tutti di famiglia e le donne sferruzzavano,  raccontandosi ciò che pesava sul cuore e rendendolo così, più leggero. Si narravano anche le storie di paese o dei personaggi che l'attraversavano con le loro esistenze, popolando lo scorrere delle giornate di un piccolo borgo rurale. Riti di condivisione che preannunciavano il calare della stagione e del calore del sole, in giornate più corte. 

Ricordo anche i  vecchi libri di fiabe sfogliati insieme; i grossi e colorati almanacchi, che con le loro  ricette e i consigli  erano capaci di attraversare un anno solare invitando alla bellezza dei gesti quotidiani. Le loro pagine erano, alle volte, sporche di sugo, ma  questo li rendeva  manuali di pratica quotidiana 
  
Si ascoltava il finire della stagione e il preannuncio dell'inverno,  ove si veniva chiamati a un tempo di ritiro più intimo e meno proteso al lavoro in campagna
Le mani delle donne  si  muovevano veloci in cucina, o nei rammendi , ricami, maglia etc. e le stanze erano abitate da profumi caldi di pietanze essenziali ma sane.
Anche Il profumo del vino diventava più corposo, dopo essersi trasformato, attraverso un ciclo di passaggi sacri ed indispensabili, da uva in nettare.
Grazie al raccolto e alla spremitura di settembre, attraverso una operosa, certosina dedizione e lavoro di conservazione nelle damigiane e poi nelle bottiglie si riponeva tutto in una fresca cantina, da dove penzolavano i salami,  anche essi prodotti  secondo tradizione. 
Nonno Titta raccoglieva, in quel periodo di novembre, i funghi dal bosco e il loro aroma , unito a quello della carne del coniglio e del brodo, facevano da padroni nella vecchia cucina.
Si raccontava di chi non c'era più, ma lo si faceva ricordando i momenti belli trascorsi in vita perché si diceva che  nell'Amore tutto era ancora presente, senza tempo. Nei giorni a seguire,  I crisantemi coltivati nell'orto venivano riposti  sulle tombe degli antenati 

Un dì, credo avessi sette anni, in cui mia madre mi ha  lasciato da bis-nonna Eleonora per andare a fare compere in città, la nonna ha iniziato a canticchiare più di sempre e a sorridermi, continuando  a ripetermi" è tutto finito" 
Una frase che improvvisamente è diventata una cantilena senza altre parole
Ricordo il mio smarrimento e la mia incredulità perché non capivo che cosa le fosse accaduto 
Così in un giorno  solo, se ne è andata.
Cantando con la stessa leggerezza con cui aveva attraversato ogni guado esistenziale.
Credo per lei fosse  stata in vita, una chiave personale, capace di aprire ogni porta.

Oggi, ripenso a quei momenti e comprendo la saggezza che contenevano quelle parole 
Ciò che  ci rende davvero  vivi  è accogliere la vita e la morte ( che si esprimono entrambe in molte manifestazioni) quali  volti della stessa esistenza nel suo
 perpetuo fluire.
A noi assecondarne lo scorrere.
A noi benedirne il processo che ci porta, ogni volta, più in là. 

giovedì 13 ottobre 2022

Sensazioni del bosco


Cammino nel silenzio del bosco e non lascio spazio ai pensieri.

Cerco di concentrarmi sul "qui e ora" dei passi che in autunno si fanno scivolosi sul sentiero: ha appena smesso di piovere.

Tra i rami, il sole prova  a gettare tra il fitto, un timido raggio,  con tutta l' intensità di cui è capace ; tutto intorno il bosco pare risvegliarsi d'improvviso, in un silenzio quasi assoluto che invita all'ascolto del battito del proprio cuore.

I boschi delle valli del Natisone sono caratteristici per il loro silenzio che li avvolge come fosse  una calda coperta

Le castagne cadono dagli alberi secolari, spinte da un vento capriccioso  che riesce a scuotere la  loro chioma

Dei rintocchi secchi indicano il tragitto di caduta dei frutti maturi che luccicano nella loro colorazione di marrone intenso, quasi lucidato a nuovo

Fanno eco da lontano le campane di qualche chiesetta votiva

In questa zone ve ne sono molte sparse in piccoli paesini di una manciata di case e poche anime ; gli  storici dicono 44 ma sono sicura che nonostante l 'amore decennale che mi lega a questi luoghi non le ho visitate tutte.

Le lascio al mistero del  mio futuro

I castagni secolari sembrano maestri austeri al centro dei boschi e indicano la via del cielo senza esitazione, solo perché restano solidi a terra

Immagino quanti anni possano avere, ma la mia mente non ne incrocia l'età

Mi dico in cuor mio, che è meglio cosi, perché solo cosi essi mi indicheranno una strada longeva senza numeri a definirla.



Il castagno è un albero abbondante e ne respiro la generosità. Raccontano sia capace di calmare la mente e il suo vortice di pensieri e, in effetti, mi pare che molto dentro di me si sia calmato in quella camminata di primo mattino. 

Le radici comunicano tra di loro sotto terra ma anche in superficie attraverso un internet di messaggi segreti che danno notizie importanti sul trascorrere delle stagioni

Ogni albero fa amicizia con tipi diversi di vegetazione e l'armonia sembra essere  la musica scritta sullo spartito di diverse note e colori .

Gli alberi di castagno più antichi, ricordano nel loro ergersi austeri, di essere dei saggi depositari di quel sistema boschivo ove tronchi più giovani, seppur vivaci,  dimostrano rispettare lo spazio vitale di quelli più anziani

Un ordine segreto regola tutto questo.

Gli  alchechengio provano a giocare con un arancione sfavillante, rivelando a tutti, il  loro assomigliare ad una piccola lanterna; 

O chissà! In realtà, sono dei folletti penzolanti , danzanti tra i fili d'erba.




Respiro  profondo concentrandomi sull'immissione ed emissione  dell'aria con 

attenzione  consapevole ,sentendomi viva!

Sposto poi, a seguire, l'ascolto ai  movimenti del corpo, guardando  con presenza intorno a me 

Sento questa, essere una specie di meditazione che mi porta in connessione con la Natura e i suoi tanti benefici 

I battiti del cuore  si fanno regolari  e gioiscono di qualche trillo di uccello giunto a spezzare quel silenzio; essi  portando ristoro e allegria

Tracce di animali sul terreno umido , indicano il loro passaggio per nutrirsi dell' abbondanza di quei luoghi, fatta di castagne, bacche noci, etc  sparsi sul terreno  del sottobosco.

Una tana invita a guardare con curiosità il buio di una galleria nella terra.

Pertugio protetto e consacrato dalla protezione di una roccia

I terreni in questi periodi, sono franosi e l'acqua giunta impetuosa dopo mesi di siccità non ha imbevuto il terreno ma è scivolata su di esso, perché il sole dell'estate lo ha reso duro e non spugnoso. Molti alberi sono stati sradicati da questa forza e molti passaggi hanno trovato nuovi scenari

La natura mostra il mutamento nelle sue varie forme, vita e morte che si rincorrono senza essere antitetici

La forza degli eventi atmosferici , osservata  ci fa sentire Piccoli e proprio per questo, siamo invitati al rispetto di ciò che più Grande. 

Osservo un  riccio di castagna e ne apprezzo la bellezza: racchiuso nei quattro petali spinosi , il frutto maturo  ha una forza ed energia che quasi si toccano.

Esprimono  il carattere di molte persone che vivono, qui, in montagna : all'inizio esso pare difeso  da muri  impenetrabili ma, a seguire, rivela un  cuore di  generosa dedizione 

Quando rientro nella quotidianità da questi momenti, mi sento rinfrancata e penso che nella semplicità vi alberga molta bellezza.

Ne farò tesoro nelle mie giornate, spesso, affollate di pensieri, persone  e compiti da svolgere. 



mercoledì 10 agosto 2022

Le pietre o i sassi forati tra leggende popolari e prezioso lavorio della natura

 





Ieri una cara amica mi ha regalato una pietra forata

Il mare di Trieste gliene ha fatto dono e lei ha pensato a me

Li ritengo sempre gesti preziosi e indici di generosità ed abbondanza

Ho voluto fare una ricerca sul web e ascoltare che cosa raccontasse la tradizione di queste pietre che ho iniziato ad amare, quando camminando in Toscana al golfo di Baratti ne raccoglievo di nere o bianchissime lavorate dal vento.

Il foro si forma grazie al lavorio inteso e inesorabile degli eventi atmosferici nella parte più debole della pietra

In quella zona della costa etrusca, esiste un luogo chiamato “Buchi delle fate “bellissimo paesaggisticamente per le pietre forate dal vento in contatto con un mare di un blu intenso tra antiche tombe etrusche mistero e natura

Queste pietre particolari sono chiamate “pietre dei desideri” ,pietre di Odino, pietre delle streghe o delle fate (Pietra di Odino deriva dalla denominazione secondo cui  Odino si trasformò in verme e scavò un buco in una roccia allo scopo di rubare l'idromele della poesia)

Vengo presa da curiosità,  e cerco di capire meglio le storie che circondano questi piccoli simboli di fertilità, piccoli "portali" tra dentro e fuori, bene e male , mondo reale e possibile espressione di una energia femminile che nel corso della storia, in varie forme, ha attratto la curiosità di culture e popoli attivando credenze e riti,, dai Celti, agli Etruschi, ai Maya etc. 

Da una ricerca di Simona Cremonini scrittrice e appassionata di queste pietre ricevo molte informazioni leggo che

... “Un primo modo per utilizzare le pietre forate naturali a questo scopo è di pronunciare il proprio desiderio sussurrandolo, fissando la luna piena attraverso il foro. Si dice inoltre che il desiderio, perché possa compiersi, vada espresso strofinando la Pietra attorno al foro in senso orario, assolutamente evitando di farlo in senso antiorario. Infine, altro metodo che viene suggerito è di scrivere il proprio desiderio su un piccolo pezzo di carta. Esso va poi arrotolato e spinto attraverso il buco. Se verrà lasciato lì per una notte, il desiderio sarà poi esaudito”

Tali pietre invitano piccoli e adulti a guardare attraverso il foro della pietra e  tutti piace moltissimo questo gesto, quasi a volere diventare dei maghi immaginali e usarle come fossero un  cannocchiale, per guardare più a fondo la realtà circostante e acquisire una vista psichica nuova

Esse evocano anche un mondo di fiaba: i più fantasiosi raccontano che attraverso di esse si possa entrare in contatto con il Piccolo Popolo ovvero i spiritelli del mondo incantato. Per gli appassionati del brivido, certuni dicono che se si utilizza la pietra forata durante una notte di luna piena in un luogo selvaggio si possono anche cogliere visioni, fantasmi e altre entità.

Per questo rapporto particolare con il mondo delle fate, le pietre tradizionalmente sono chiamate anche “Pietre delle Fate”.

Si ritiene che ogni pietra forata, di piccole o grandi dimensioni, sia abitata addirittura da una fata o un folletto che può attivare forze e poteri prodigiosi.

In certi luoghi di culto archeologici anticamente si pensava che coloro che passavano attraverso l’apertura di pietre “enormi forate” potessero trarre dei benefici per la salute psicofisica

 

Sempre nella tradizione popolare, esse sono parse magiche e miracolose anche per le donne che ambivano a diventare madri o che volevano proteggere il feto; erano utili anche per coloro che volevano ringiovanire 

Essendo le pietre delle fate un simbolo di fertilità, La tradizione orale indicava che una pietra di forata poteva favorire una gravidanza e proteggere un bambino in arrivo da malattie e  dalle energie negative, oltre a essere un amuleto da esporre sulla culla.

Altro potere delle pietre forate presso la cultura antica dei popoli, sarebbe quello di aiutare le donne a mantenersi giovani e solari Tali proprietà sono insite nella pietra insieme al folletto che secondo molte leggende la custodisce.

Qualcuno racconta inoltre, che la pietra forata avesse  un potere enorme di protezione contro le streghe   per cui Appendere una pietra forata naturalmente in alto sullo stipite della porta, oppure esporla all’ingresso di una proprietà, grazie a queste dinamiche impediva alle streghe di entrare per lanciare incantesimi sugli animali e in particolare contro i cavalli e le mucche, che potevano smettere di produrre latte se maledette. Talvolta esse venivano anche messe sulle testiere dei letti e sulle culle perché le streghe (così come le fate e le varie tipologie di folletti) non potessero penetrare nella stanza, e attivare influssi negativi, oppure venivano utilizzate sui letti degli adulti per allontanare gli incubi. Il più delle volte per sospendere la pietra  veniva usato un filo rosso.

Le pietre forate naturali un tempo venivano utilizzate  anche a far dialogare con il movimento di abbondanza della vita, per cui portavano fortuna e rappresentano un potente amuleto di protezione personale pensate anche contro gli  incubi e altre paurose creature notturne, energie negative, tuoni e in generale “le cose brutte”.

Esse preservavano ugualmente uomini, donne e bambini anche neonati, ma anche il bestiame e gli animali domestici, nonché le barche per le loro uscite in mare

Nelle barche, specialmente in Inghilterra, pescatori e marinai hanno testimoniato nel tempo che le pietre forate venivano  utilizzate per sostenere i loro viaggi in mare di modo che l’imbarcazione fosse sempre protetta in particolare di notte

.Appesa al collo con un filo rosso e posizionata in diversi luoghi può fare del bene.(1)

(1) Cfr  sul web: Simona Cremonini “le pietre forate naturali tra leggenda e magia”

Dopo questa attenta lettura, sorrido e stringo la pietra forata tra le mani.

Credo che nessuna protezione  sia più grande dell'amore e tenerezza di chi per noi l'ha cercata e raccolta, o della generosità della natura che ce la fa trovare per rinnovare  uno stupore bambino che sempre alberga nel nostro cuore.  

 


mercoledì 25 maggio 2022

La semplice camminata come "spazio educativo " di incontro e " luogo" di creatività immaginale

                                   


                           



I Laboratori educativi per adulti immaginati e progettati durante una  semplice passeggiata nel verde, hanno come scopo  di educare il cliente all'ascolto e all'osservazione della natura, sintonizzarsi con essa  in rispettoso dialogo .

Per questo gli alberi , la campagna, il prato , il sentiero,  il fiume, etc. possono diventare luoghi non solo fisici ma anche interiori, dove poter sperimentare il coraggio, il silenzio, la paura, la tensione, il pericolo, l'attenzione, etc. esplorando costantemente i cinque sensi e sviluppando l'intuito.

Nella passeggiata pedagogica, il cliente ascolta e osserva parti di se stesso in un contesto di silenzio e di tranquillità, imparando a conoscersi di più attraverso alcuni esercizi di respirazione, ascolto attivo, camminata consapevole,  esercizi di immaginazione, etc
Si tratta di un laboratorio itinerante per incontrare anche la personale capacità creativa ed immaginale attivata dagli elementi che si incontrano per strada che fanno comprendere le infinite interconnessioni esistenti tra “dentro e fuori “
I laboratori sono particolarmente indicati in questo periodo di iper-connessione che distolgono e allontanano l’individuo dalla realtà semplice.
Particolarmente indicata per attenuare situazioni di stress eccessivo ed essere di aiuto nei momenti di stanchezza emotiva.
I percorsi sono una camminata semplice ed hanno come scopo anche quello di sensibilizzare al racconto, narrazione di ricordi aneddoti famigliari.

I laboratori sono individuali e vengono concertati insieme al cliente in base alle sue esigenze.

In questo contesto metto al servizio del cliente, la mia esperienza di molti anni di lavoro con le persone, in chiave pedagogica e di formazione personale.
Spunti preziosi giungono "anche" dagli insegnamenti-racconti famigliari dei miei genitori e nonni ( essendo gente di montagna e campagna) che mi hanno fatto vivere ed apprezzare, sin da bambina, la natura e le sue manifestazioni.

per info e appuntamento : Rosa Rita Formica cell. 3476527384




Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro

  Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro  ...