Puf e il
cuscino magico
Il gatto pensò che era proprio lì per lui, a dargli
calore mentre fuori faceva freddo; infatti, grossi fiocchi di neve scendevano
dal cielo.
Presto sarebbe arrivato il freddo intenso.
Puf si stiracchiò ed iniziò a dormire.
Ben presto, si sentì sollevare dalla sedia.
Il cuscino stava volando ed aveva tutta l’intenzione
di uscire dal balcone.
Cosi accadde che il gatto si trovò fuori, al freddo, a
guardare la città dall’alto.
Il cuscino rosso pareva avere un motore velocissimo ed in un batter d’occhio raggiunse una reggia grandissima con dei palazzi meravigliosi tutti d’oro. Intorno, in ogni angolo, c’erano ciotole di crocchette profumate che allietavano le sue narici.
C’era un grande trambusto tutto intorno.
“ Marameo! In che posto sono capitato!”
C’erano giocattoli in ogni dove e di ogni tipo; dei
folletti vestiti di rosso li riponevano in grandi sacchi, e li chiudevano con
un fiocco.
“Sicuramente la casa di Babbo Natale” pensò Puf.
Una slitta gigantesca troneggiava al centro del
palazzo, ricca di campanellini e nastri argentati. Gigantesche renne erano
pronte a trainarla.
Il gatto rimase stupito di tale visione e strinse a sé
il suo cuscino.
Udì un vocione molto grosso che diceva”. Per ogni
bimbo il regalo richiesto! Avete consultato le lettere che hanno scritto?”
Si voltò e vide l’omone più grande che avesse mai
visto tutto vestito di
rosso con una barba lunghissima, tutta bianca.
Con i guantoni di pelle nera, caricava uno, ad uno i
sacchi sulla slitta come
fossero leggerissimi, quando in verità almeno cento
folletti riuscivano a spostarne a mala pena uno solo!
Puf era senza parole, o meglio, senza miagolii…
Poi, improvvisamente si svegliò.
Era sulla sedia e sul cuscino rosso.
Aveva sognato?
Forse no, perché era tutto bagnato di neve…
“Allora quel cuscino era fatato” pensò, era rosso come
il vestito di Babbo Natale e forse gli era appartenuto, chissà.
Doveva custodirlo gelosamente e ritenne di nasconderlo
nel pollaio.
Cosi fece!
Nei giorni successivi non ci torno più sull’accaduto anche
perché la neve alta aveva messo tutti al lavoro, animali e uomini.
Quale fu il suo stupore quando ritornando nel pollaio,
trovò che la sua sorellina Milly, mossa a compassione per una nidiata di
pulcini, aveva utilizzato il cuscino rosso come nido!
Puf si arrabbiò moltissimo che tutti i peli gli
divennero arruffati e pareva quasi un piccolo mostriciattolo peloso.
Dapprima sbuffò contro i pulcini e la gallina incredula; poi si ritirò in un angolino per pensare e per sbollire la rabbia che gli era sembrata essere un vulcano in eruzione.
Avrebbe preso volentieri a zampate qualsiasi essere gli si fosse parato davanti.
La rabbia la sentiva stringergli lo stomaco e
morsicargli le gambe.
Se avesse avuto una faccia l’avrebbe immaginata molto
brutta e imbronciata.
Mentre era lì, ad un tratto gli
parve di vedere Babbo Natale sbucato non si sa bene da dove che gli disse “ Puf,
capisco che tu sia arrabbiato, ma quel cuscino avrà ancora più valore se lo
condividerai con qualcuno. La sua magia si raddoppia. Succede sempre così!” e
scomparve.
Il
gatto nero comprese quanto voleva dirgli il vecchio saggio, e allora lasciò che
i pulcini si scaldassero dal freddo per qualche giorno.
Andò
a trovarli spesso e divenne grande amico della Gallina e del Gallo.
Ebbe
presto a sedersi sul cuscino rosso, di nuovo vicino al fuoco,
sognando
o ( forse andandoci davvero) in paesi fantastici e magici.
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