venerdì 20 maggio 2022

Filastrocca del fiume Natisone e del suo ponte del diavolo di Cividale del Friuli

Ho scritto questa filastrocca dedicandola alla mia città così suggestiva, quale perlina ricca di storia e di sfumature, incastonata in un paesaggio ampio tra le montagne e le colline, e una pianura di coltivazioni e prati 

Ho sentito che dovevo gratitudine  alla sua cura e presenza in questi anni nella mia vita,  che si è manifestata attraverso  i suoi scorci naturali, i suoi camminamenti lungo il fiume Natisone, dallo scorrere lento ed inesorabile, i suoi profumi di fiori e di sambuco, il soffio del  suo vento che pare rivitalizzare la canicola di momenti cittadini più lenti.

Le parole sono uscite dal mio cuore in modo veloce e ricordo di averla scritta in pochissimo tempo e di getto ispirandomi alla vecchia leggenda del ponte del diavolo che noi cividalesi conosciamo benissimo tramandata oralmente da generazioni.

Ringrazio chi l'ha già letta ed apprezzata e chi la leggerà sentendosi in sintonia con le sue parole

Ringrazio Giorgia Carlig presidente dell'assemblea contratto del fiume  e l 'assessore all'ambiente e istruzione Rita Cozzi  per aver fatto sì che la filastrocca venisse letta  ai bambini durante l'iniziativa cividalese " Il Natisone per tutti" tenutasi il 14 maggio 2022 a Cividale del Friuli





Sul Ponte del Diavolo guardo la suggestione

dello scorrere del Natisone.

Il monte Nero e il Matajur fanno da sfondo

allo scrosciar delle acque limpido e giocondo.

Lui nasce con grande amore

da un monte che di nome fa Maggiore

Si porta poi in terra slovena

e in Italia ritorna in piena.

Boschi e valli attraversa chiaccherone

perché vuole darsi l’occasione

di respirare aria pura e aria buona

che prende a prestito da ogni zona!

Con Elfi, Fate, Folletti  e Agane

tiene stretto un solido legame.

Grotte e anfratti molto sassosi

ospitano gli animaletti più timorosi.

Anatre cigni e aironi

volano sulle sue acque come fosse una leggiadra occasione,

di rinvigorir le ali al vento,

quando nel suo letto soffia con determinato convincimento.

L’Aria o il vento di bora più impetuoso,

si fanno sentire sul Ponte del Diavolo in modo sinuoso:

ogni abito tende a svolazzare

e ogni parte del corpo finisce così per raffreddare.

In ogni stagione, il Natisone accoglie il turista,

rinfrancato da questa bella vista,

caratterizzata da molta frescura

che persiste, si rende avvolgente, e così nel cuore si fa duratura.

Sicuramente la storia ha attraversato le sue sponde

quando popolazioni straniere sono giunte con culture feconde.

Celti, Longobardi e Romani

hanno fondato e costruito la città di Cividale a piene mani,

donando al territorio storia tradizioni e cultura

che regalano ad un popolo una trama solida che ancora perdura.




L’acqua gioiosa e fresca d’estate,

accoglie il cuore con belle passeggiate.

Grazie al suo scorrere, ognuno fa propria la possibilità,

di rigenerarsi dall’esistenza pesante, ad ogni età.

Nel suo color d’acque smeraldino,

la bellezza fa capolino

per cui pare un verde trasparente di luce,

gettato sul gretto da un sole che preziosità produce.

La sua piena porta carico d’acqua in stagione autunnale

e rami e foglie a sé raccoglie, che fermarla a nulla vale!

La leggenda del suo ponte racconta della fiabesca costruzione

che fu una controversa questione!

Si narra che un sindaco e un diavolo si sono messi a confronto

per costruire un solido monumento di muratura senza

alcuno sconto!

Il diavolo ha chiesto un’anima in cambio del suo intervento

che sarebbe durato solo l’esatto giro del sole nel firmamento.

Il sindaco ha domandato una costruzione che sopravvivesse

alle stagioni severe

e ad ogni genere di intemperie.

Il patto fu sancito da una stretta di mano

perché ogni agire non fosse vano.

Il diavolo con tutto il suo ardimento

pose in opera il suo intendimento.




Prese una unica pietra enorme dalle vallate

perché sostenesse le due arcate

e divenisse base solida di questa architettura,

resistente ad ogni temperatura,

e unisse le sponde del cividalese,

senza avere troppe spese.

Quando l’opera fu realizzata,

l’anima in cambio fu domandata.

Il sindaco ammirando tanta bellezza,

comprese che giocar doveva di destrezza:

mise, pertanto, in un sacco colorato

un furbo cagnolino del vicinato

che si sarebbe dimostrato veloce nella corsa

e fuggito avrebbe potuto, così, dalla borsa.

Quando il diavolo aprì il legaccio,

comprese che doveva togliersi dall’impaccio,

di essere stato preso per il naso

da un essere umano, e non a caso!

Lasciò libero l’animaletto

ma si arrabbiò così tanto per il dispetto

che andò gridando a Castelmonte come un forsennato

e nella sua grotta con l’Angelo fu relegato.

I cittadini felici e contenti gli dedicarono solo il nome

“Ponte del diavolo” per ricordare la vicenda e la questione

dove il bene e il male si erano incontrati

e per costruire si erano alleati,

 generando una strana magia

che aprir potè una terza via!

Credo sia un prezioso insegnamento che questo fiume

getta silente

e lo fa con scorrere sapiente.

Negli anni, nei secoli che sono stati

e quelli che verranno e ci vedranno cambiati,

sarà l’amore e la cura che gli daremo

se con accuratezza lo conserveremo

da cittadini impegnati insieme,

a portare il suo e il nostro Bene.

 

 


Brano tratto dall'archivio del Messaggero Veneto 20 aprile 2022


Rosa Rita Formica  



Nessun commento:

Posta un commento

Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro

  Le fiabe: un mondo immaginale al servizio della relazione con se stessi e con l'altro. Tante storie nella storia dell'incontro  ...