Scrissi questa fiaba anni fa.
Venne, a seguire, pubblicata sul sito skuola net
in questi ultimi anni L'ho rivisitata , alla luce di nuove consapevolezze
Il racconto si nutre anche di storia e tradizione della nostra terra friulana con riferimenti a luoghi realmente esistiti e a dolci che fanno parte della tradizione locale come la gubana che noi, appena approdati in famiglia ad un nuovo regime alimentare, auspicavamo di poter cucinare con le farine speciali.
Quando la scrissi, erano gli anni in cui mi incontravo, per la prima volta, con la diagnosi di celiachia (una infiammazione cronica dell' intestino tenue che viene di norma scatenata nei soggetti predisposti geneticamente dall'ingestione di glutine)
In famiglia trovare strade educative buone che parlassero di questa situazione complessa, con un linguaggio semplice, magari accarezzato da immagini, riflessioni o approcci più leggeri che tenessero conto di realtà e di vissuto emotivo, non è stato per nulla semplice.
Le fiabe inventate, per incontrare la mia storia e quella di tanti bambini conosciuti in AIC in quegli anni, sono state una medicina emotiva per genitori e bambini perché se è vero che un bimbo va aiutato a vivere la celiachia , è altrettanto vero che i genitori è bene vengano accompagnati in questa nuova dimensione e consapevolezza che con il tempo diventerà " normale" ma che all'inizio appare una fatica insormontabile.
Le fiabe in realtà, fanno bene a tutti, forse perché parlano per metafore o forse perché il "C'era una volta..." incipit con cui iniziano, porta lontano qualcosa che invece è molto prossimo ma cosi lo si riesce a vedere e vivere meglio.
Così è stato, anche per me affinché in famiglia vivessimo felici e contenti, nonostante qualche fatica
La vita è questa: fiaba e realtà
Basta scoprire l'Amore che l'attraversa nascosto a volte, tra le pieghe.
Credo sia la magia più grande.
Oggi, in questa giornata di sensibilizzazione alla "celiachia" un pensiero va a tutte le risorse che ogni individuo e famiglia mettono in atto, per convivere con il problema che può diventare una occasione per guardare l'alimentazione e la vita in chiave diversa pur nelle reali difficoltà.
STELLA DI LUNA E GLUTEN E LA LEGGEREZZA DI UN GIULLARE
In un regno di fiaba, tanti e tanti anni fa, in un castello abbarbicato su una montagna rocciosa, viveva un Re malvagio che portava un nome lunghissimo: Rico Etnad Ivid di Gronumbergo, per i pochissimi amici… Gluten.
Il Re era ricchissimo e molto avaro, e ai suoi sudditi concedeva meno di nulla; era bramoso di conquistare terre e villaggi che metteva a ferro e fuoco, e sulle terre rase al suolo voleva poi che venisse seminato frumento che raccoglieva in gran quantità colmando d’oro e d’argento i suoi forzieri.
Per questo veniva chiamato Gluten, nome che deriva dal glutine, sostanza contenuta nel grano.
Gluten era diventato il Re più potente di tutte le terre ma mancava ancora al suo disegno di guerra il piccolo villaggio di Grupegnus abitato da poveri contadini dediti alla coltivazione del mais.
A Grupegnus, in una casina di sasso piccola e graziosa sulle sponde del fiume Natisone, viveva una bambina di nome Stella di luna, tanto piccola e minuta quanto forte e coraggiosa. Lei non poteva mangiare il glutine perché questa sostanza le creava dei grossi problemi alla salute. Però poteva cucinare il mais in molti modi.
Gheorg, un omone con grandi baffi bianchi, buono, saggio ed operoso, era il miglior amico di Stella di Luna, quasi un vero nonno e la proteggeva moltissimo proprio perché l’amava.
Quando uno stormo di corvi neri si posò sul tetto della casina di sassi la bambina corse ad avvisare il nonno Gheorg, raccontandogli che uno dei pennuti aveva parlato dicendo che, di lì a poco, Gluten avrebbe distrutto il villaggio e quindi avrebbe fatto razzia di tutti i campi del prezioso mais
“Come potremo affrontare la forza del Re?”, si preoccupò la bambina.
“Affronteremo Gluten con l’astuzia e l’ingegno… difenderemo i campi di mais e, vedrai, avremo la meglio!”, rispose il nonno saggio soffregandosi i baffi.
Il vecchio sapeva bene che chiunque, sia anche esso mostro o mago, ha un punto debole, basta saperlo trovare, e Gluten non avrebbe fatto eccezione. Gheorg era amico di Ododril, giullare di corte, di certo lui avrebbe potuto capire quale fosse il punto debole del Re.
Fu così che Ododril, giullare di buon cuore, decise di aiutare Stella di Luna e Gheorg, sapendo che, con canti e burle, e magari con l’aiuto di un po’ di buon vino, sarebbe riuscito ad ingannare il Re…
L’occasione buona si presentò quando Gluten, dopo aver banchettato mangiando e bevendo in quantità, chiese di ascoltare le melodie del mandolino del giullare.
Ododril allora mise in atto il suo piano e intonò una melodiosa cantilena che altro non era che un indovinello per il Re:
“Ghirin ghirin gaia…
il gallo è sulla ghiaia
che becca il grano d’oro preso dal grande tesoro
che il Re custodisce gelosamente
e difende con il suo affilato fendente!
Ma come avrà fatto il furbo galletto
a non essere preso per il colletto?
Forse una magia dietro ci sta
che ha confuso le guardie di sua maestà…?”
Il Re, preoccupato e incuriosito da quelle parole, si rivolse al giullare:
“Che storia è mai questa? Quale inganno o scaltrezza ha usato il galletto?”
“E quale mai potrebbe essere, mio Re?” rispose Ododril, “Tu hai timore di qualcosa?”
“Ti risponderò in rima, caro giullare…” e così Gluten iniziò:
“Io non temo nulla, caro giullare
ma per potermi conquistare
forse basta saperci fare!
Vado pazzo per i dolci e le caramelle
le torte, i gelati e le ciambelle!
Sono un grande golosone
e mi riempirei il gran pancione
di un dolce buono come la gubana
che ha sapore di terra friulana.
Noci, cacao, pinoli e uvetta
sono avvolti in una sfoglia perfetta
che l’acquolina mi fa venire
e quasi mi sento di svenire!
Ahimè, nessuno la sa cucinare
e quindi la devo solo bramare…
ma se qualcuno troverò
che sappia donarmi questo dolcetto
avvolto in tondo come un salsiccetto,
buono con lui diverrò…”
Così il Re aveva svelato in rima il suo punto debole: sarebbe capitolato davanti ad una gubana.
Il nonno Gheorg conosceva Marta, un’anziana donna del paese che sapeva cucinare magnificamente antiche ricette che custodiva in una vecchia scatola di latta colorata.
La chiamò e le chiese una cortesia del cuore.
E fu cosi che nottetempo, con amore e pazienza, Marta cucinò un’ottima Gubana che, all’alba, Gheorg e Ododril erano pronti a consegnare al Re.
Giunti nella sala del trono i due si inchinarono al cospetto del sovrano, implorandolo ancora di non distruggere il paesino di Grupegnus.
“Mai nessuno si è permesso di dirmi ciò che devo fare! La vostra impertinenza sarà immantinente punita con la prigione!” urlò adirato Gluten
“Nemmeno per una ottima gubana sapresti rinunciare al tuo perfido disegno?” replicò rapido il nonno.
A quelle parole il Re strabuzzò gli occhi: “Una gubana? Una gubana???Magari…”
E il nonno tolse prontamente dal sacco un profumato dolce che Gluten afferrò con ingordigia.
Il Re era feroce ed avaro ma da buon guerriero, bisogna riconoscere che sapeva mantenere la parola data, accettò così il patto perché alla gubana di nonna Marta non si poteva resistere!
Nel forno della casina di sassi, intanto, Stella di luna e la mamma cucinavano la gubana con la farina di mais e Marta faceva lo stesso, così che ci fu almeno una fetta di dolce per ciascun abitante del paese.
Gluten non disturbò più la quiete del borgo, né volle più far razzia dei campi di mais, perché lì si producevano i dolci di cui andava ghiotto.
Gli abitanti di Grupegnus si impegnarono nella costruzione dell’ANTICO FORNO DI NONNA MARTA, e da allora in poi ci furono gubane e dolcetti di mais per tutti!
Ogni storia finisce sempre con dolcezza….
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