Puf e la valle dei castagni.
L'aquila del villaggio gli aveva parlato di un luogo
magico sopra la montagna dove tanti “Baba alberi” anziani, dialogavano tra
loro.
Erano antichissimi e dicevano tante parole sagge.
Avevano visto tanti anni passare, uno dopo l'altro con
molte storie.
Così il gatto nero e curioso, aveva deciso di
andarci.
Il passo era faticoso e le zampine affondavano o
scivolano sulla neve.
A volte, si trovava a fare dei grandi ruzzoloni!
Accade che, mentre stava camminando, dal cielo cadde
una piuma bianca e venne dolcemente a posarsi sulle sue zampette.
Lui alzò gli occhi al cielo e vide un airone che stava
volando. Gli parve un segno. "Sono sulla strada giusta" si
disse, e proseguì con rinnovata fiducia.
Improvvisamente, si alzò un vento forte che gli
arruffò tutto il pelo.
Vide delle pietre disposte ovunque in modo sparpagliato ed immaginò di trovarsi nei pressi di un castello. Immersa da una nube di vapore, gli si parò dinanzi una donna corpulenta vestita di stracci con un cappuccio di tela in testa. " Ciao Gatto Puf " lo salutò.
“Io sono Aldamega la Custode del castello. Un tempo
vivevo qui" è così dicendo segnò con il dito nodoso un angolo di bosco
ricoperto di pietre squadrate e foglie secche. I cavalieri non volevano salissi
al loro castello ma mi chiedevano di curare i loro animali stanchi e di
cucinare loro pietanze calde. Così, ho imparato ad occuparmi di loro. Dove stai andando da queste parti?" Gli
chiese.
Puf ebbe un attimo di trasalimento; poi, convinto di
parlare con un fantasma della sua immaginazione, rispose: " Il sono gatto
Puf e mi sto recando nel bosco antico per parlare con il vecchio castagno".
Aldamega
sorrise e gli disse" Ti accompagno io " così dicendo, con la sua
gonna svolazzante e la sua mole che non la faceva perdere in leggerezza, si
incamminò sul sentiero lanciando alle sue spalle lo scialle di lana .
Il gatto iniziò a seguirla, anche se la strada si
stava facendo scivolosa, e
cercava davvero di trovare i suoi passi tra le foglie,
oltre al ghiaccio per non scivolare.
Ad un tratto, dal fitto bosco, secco per il gelo,
molto affamato, si fece avanti un grande cinghiale.
La vecchia del bosco gli si parò davanti e gli disse: "
Tu cinghiale dei brutti pensieri fatti da parte! Vai altrove a cercar cibo! Non
qui! '" e come per
Incanto, l'animale scomparve in una nuvola.
Puf rimase impietrito dalla paura e stupito dalla forza della donna.
A questo punto comprese che era una maga delle grotte
quando ebbe modo di guardare i suoi piedi strani che sino a poco prima non
aveva notato: parevano zampe di gallina.
Intorno a loro, il gatto vide molti alberi dal tronco
enorme che avevano rami sino al cielo.
Arrivarono in cima al percorso e trovarono una radura.
Al centro, un castagno enorme troneggiava fiero.
Aldamega disse a Puf: “ Ecco, ora che anche nel tuo
cuore se ne sono andati i pensieri più pesanti, potrai parlare al vecchio
albero e lui ti
risponderà! Una domanda sola però non di più! " così dicendo e con un sorriso, da lontano e senza sfiorarlo, abbracciò il micio, la maga se ne andò, così come era venuta.
Il gatto nero rimase incantato davanti a quella maestosità e pensò: " Che gli domanderò? ".
" Caro
Baba albero, io sono gatto Puf... cosa debbo fare per essere più
felice?"
Ci fu un rumore di rami che si muovevano e con il
ghiaccio la confusione fu ancora più forte
" Cerca di volerti bene e di aver cura di te,
il resto verrà da se stesso. Trai il meglio da ogni avventura anche se appare
faticosa" la voce usciva non si capiva da dove.
Era profonda e giungeva diretta.
Non ammetteva repliche.
Il gatto intravide un volto in mezzo al tronco e gli
parve di un uomo con una lunghissima barba bianca.
E fu così, che
Puf, in un giorno di inverno inoltrato, rientrò' a casa felice nonostante il
gelo. Un fuoco caldo scaldava il suo cuore e non temeva più il freddo!
Presto sarebbe arrivata la primavera e i giorni della candelora, quando gli
orsi si svegliano dal letargo ed escono dalle loro tane e vanno a cercare il
miele. Avrebbe incontrato tante nuove
avventure e amici generosi.
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