lunedì 26 luglio 2021

Racconti del passato come ricchezza e dono

 Esiste una Luce

In fondo al nostro cuore
Racconta di storie lontane di antenati che hanno brillanti e non solo pesi da portare
Per spingerci più in là nel nostro presente.
Le loro esperienza, giunta a noi nel racconto, può rappresentare uno stimolo importante per elaborare nodi insoluti personali e famigliari.
Storie di resilienza e di fiducia, di tenacia e di coraggio
abitano la nostra casa interiore insieme alle radici profonde del nostro albero genealogico.
Credo profondamente, nei racconti famigliari tramandati da generazione in generazione.
Questi passaggi orali, di mano in mano, si arricchiscono di nuovi spunti, emozioni che riguardano chi ne racconta la storia, guardata e letta attraverso i suoi occhi
Un puzzle che attraversa anni , alle volte secoli di storia.
I nostri avi portano con sé una energia che sorregge il nostro andare e lo rende solido
Se rileggiamo in chiave positiva ogni insegnamento, lo avremo colto e trasformato in noi in senso ampio, alleggerendone i pesi.
Le fiabe più belle che i nonni potranno raccontare ai bambini sono queste storie di antenati. perle di una collana intrecciata di mani invisibili ma vive, nel nostro DNA emotivo.


Nella foto Nonno Antonio Juan che fu costruttore di un pozzo molto antico nella frazione di Grupignano a Cividale del Friuli.
Lo Costruì per mesi scendendo a testa in giù, legato con una corda alla vita, con solo scalpello, piccone  e martello. 
Rischiò la vita ma salvò i compaesani dalla siccità di quelle annate, trovando una faglia d'acqua in profondità. La sua vita decise di metterla al servizio del paese, in nome della figlia  Ada scomparsa in tenera età a otto anni, in modo tragico. 
Mentre lei era  scuola, poiché faceva freddo, si appoggiò ad una stufa, ma la sua gonna e grembiule arsero; per fuggire all'esterno, venne travolta dal vento che  soffiava in quei giorni,  che  aumentò la potenza del fuoco.
Morì in seguito alle ustioni, lasciando trisnonno Juan affranto. Raccontano che dal suo volto non scomparse mai la tristezza. 

A tal riguardo ho scritto una filastrocca pubblicata da un giornale locale in occasione della inaugurazione del pozzo stesso, riportato in luce  e ristrutturato, grazie ad una associazione locale  amis di Grupignan  e  alla ricerca dello storico cividalese dott. Claudio Mattaloni  a cui va la mia personale gratitudine 


La storia del pozzo ritrovato.

 

Era un anno di carestia

e il caldo vento spazzava via

nuvole di fumo dalla strada polverosa in una stagione veramente afosa.

Le vecchine andavan con i secchi pesanti di rame

e i contadini spalavan letame,

odori pesanti nella calura

tutti con difficoltà ad affrontar l'arsura.

Antonio Juan con il cappello a  larga tesa

pensava con ardore  di gettarsi nell'impresa

di scavare un pozzo profondo nel terreno

per dare al paese un futuro sereno

in cui l'acqua non venisse a scarseggiare

e per questo tutti si davano un bel daffare.

Lui chiese aiuto alla Provvidenza

perchè gli segnalasse dell'acqua la presenza.

Venne in suo aiuto un topo piccino

che di nome faceva “Pudumer Tino”.

 Il faccino paffuto e ben colorato,

un simpatico tipo un po' sbadato

che per ottenere un po' di formaggio stagionato

diede all'uomo un parere disinteressato

indicandogli la giusta posizione

dove dell'acqua avrebbe trovato il filone.

L'uomo alto e ben piantato

non si sarebbe scoraggiato

e ogni giorno scendendo nel pozzo laggiù

avrebbe scavato con forze di gioventù.

Un martello e un piccone,

una corda e una grande decisione

avrebbero fatto la magia

di creare nella terra una galleria:

un foro ben regolare

dei mattoni a  circolare

lo avrebbero portato quasi al centro,

nel cuore della terra ...giù sino a dentro,

dove zampilla l'acqua cristallina

per portarla con i secchi di rame sino in cima.

Il topino si mise di impegno

a sostenere l'amico Antonio e il suo disegno:

chiamò così a rapporto tutte le talpe del vicinato

e dopo aver un comizio annunciato

promise a tutte radici in quantità

se il buco si fosse fatto in comunità.

Ci fu in quegli anni un gran lavoro,

fatto con  amore e grande decoro.

Persino un angelo su nel cielo,

diede il suo contributo con molto zelo,

accendendo la luna forte di lassù

perchè di notte si vedesse molto di più.

Antonio diede un  nome a quel celeste amico

che una bambina le parve sin dal principio

che gli ricordava Ada, la figlioletta

tanto amata e prediletta.

Quanto amore dietro a questa impresa,

l'amicizia, i legami l'avrebbero  sicuramente resa

possibile in tutta la sua grandiosità

e dato al paese tanta felicità.

L'acqua fu trovata fresca in profondità

e portata alla luce in grande quantità!

Da  quel giorno,le donne e gli uomini assiepati ogni mattina

si ponevano vicini in religiosa fila

rispettando il proprio turno con rispetto

dondolando i secchi vicino al pozzetto.

I contenitori di rame venivan calati con una corda

sino a sentir infondo il tonfo nell'acqua sorda.

Quanta freschezza in quell'acqua cristallina

da gettarsi sulla faccia ogni mattina...

Antonio e il topino divennero i custodi di quel filone di vita

dopo non essersi risparmiati in  alcuna fatica.

Poi il tempo cancellò il pozzo per l'arrivo delle comodità,

i tubi dell'acqua arrivavano veloci dalla campagna alla città.

Il silenzio sul pozzo calò

ma il ricordo non scemò

e alla fine  ritornò...

solo quando il piccolo topino  Tino Pudumer desideroso

incontrò Claudio ,uno studioso dal cuore curioso: 

lui è uno storico  per  amore e  per passione

che alla ricerca  si dà con grande dedizione.

I due si capirono al volo,

e una simpatia nacque in un attimo solo.

Un giorno negli archivi polverosi, tra i libri antichi

gli consegnò dei fogli ingialliti

dei vecchi  progetti

in cambio di formaggio a pezzetti...

e la storia  di Antonio finalmente venne tolta

dal tempo che l'aveva  poi sepolta.

Ancora una volta accadde la magia

che l'amicizia  di un topino e di uno storico con curiosità

si sia spinta  nella storia in” profondità”

in profondità...

Come  aveva fatto anni prima il coraggioso Juan Antonio...

Claudio consegnò alla comunità nuovamente un patrimonio!

Ora  quel pozzo dell'acqua costruito con grande passione

è  stato dopo anni ricostruito  da una Associazione

che ama e rispetta le proprie radici

e ricorda momenti lontani e felici,

dimostrando con affetto e cuore sincero

per la propria terra , il proprio paese , amore vero!

Grazie diciam tutti

Grazie a questi paesani ,a Grupignano e a questi suoi frutti! 


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