Esiste una Luce
Era un anno di carestia
e il caldo vento spazzava via
nuvole di fumo dalla strada polverosa in una stagione veramente afosa.
Le vecchine andavan con i secchi pesanti di rame
e i contadini spalavan letame,
odori pesanti nella calura
tutti con difficoltà ad affrontar l'arsura.
Antonio Juan con il cappello a larga tesa
pensava con ardore di gettarsi nell'impresa
di scavare un pozzo profondo nel terreno
per dare al paese un futuro sereno
in cui l'acqua non venisse a scarseggiare
e per questo tutti si davano un bel daffare.
Lui chiese aiuto alla Provvidenza
perchè gli segnalasse dell'acqua la presenza.
Venne in suo aiuto un topo piccino
che di nome faceva “Pudumer Tino”.
Il faccino paffuto e ben colorato,
un simpatico tipo un po' sbadato
che per ottenere un po' di formaggio stagionato
diede all'uomo un parere disinteressato
indicandogli la giusta posizione
dove dell'acqua avrebbe trovato il filone.
L'uomo alto e ben piantato
non si sarebbe scoraggiato
e ogni giorno scendendo nel pozzo laggiù
avrebbe scavato con forze di gioventù.
Un martello e un piccone,
una corda e una grande decisione
avrebbero fatto la magia
di creare nella terra una galleria:
un foro ben regolare
dei mattoni a circolare
lo avrebbero portato quasi al centro,
nel cuore della terra ...giù sino a dentro,
dove zampilla l'acqua cristallina
per portarla con i secchi di rame sino in cima.
Il topino si mise di impegno
a sostenere l'amico Antonio e il suo disegno:
chiamò così a rapporto tutte le talpe del vicinato
e dopo aver un comizio annunciato
promise a tutte radici in quantità
se il buco si fosse fatto in comunità.
Ci fu in quegli anni un gran lavoro,
fatto con amore e grande decoro.
Persino un angelo su nel cielo,
diede il suo contributo con molto zelo,
accendendo la luna forte di lassù
perchè di notte si vedesse molto di più.
Antonio diede un nome a quel celeste amico
che una bambina le parve sin dal principio
che gli ricordava Ada, la figlioletta
tanto amata e prediletta.
Quanto amore dietro a questa impresa,
l'amicizia, i legami l'avrebbero sicuramente resa
possibile in tutta la sua grandiosità
e dato al paese tanta felicità.
L'acqua fu trovata fresca in profondità
e portata alla luce in grande quantità!
Da quel giorno,le donne e gli uomini assiepati ogni mattina
si ponevano vicini in religiosa fila
rispettando il proprio turno con rispetto
dondolando i secchi vicino al pozzetto.
I contenitori di rame venivan calati con una corda
sino a sentir infondo il tonfo nell'acqua sorda.
Quanta freschezza in quell'acqua cristallina
da gettarsi sulla faccia ogni mattina...
Antonio e il topino divennero i custodi di quel filone di vita
dopo non essersi risparmiati in alcuna fatica.
Poi il tempo cancellò il pozzo per l'arrivo delle comodità,
i tubi dell'acqua arrivavano veloci dalla campagna alla città.
Il silenzio sul pozzo calò
ma il ricordo non scemò
e alla fine ritornò...
solo quando il piccolo topino Tino Pudumer desideroso
incontrò Claudio ,uno studioso dal cuore curioso:
lui è uno storico per amore e per passione
che alla ricerca si dà con grande dedizione.
I due si capirono al volo,
e una simpatia nacque in un attimo solo.
Un giorno negli archivi polverosi, tra i libri antichi
gli consegnò dei fogli ingialliti
dei vecchi progetti
in cambio di formaggio a pezzetti...
e la storia di Antonio finalmente venne tolta
dal tempo che l'aveva poi sepolta.
Ancora una volta accadde la magia
che l'amicizia di un topino e di uno storico con curiosità
si sia spinta nella storia in” profondità”
in profondità...
Come aveva fatto anni prima il coraggioso Juan Antonio...
Claudio consegnò alla comunità nuovamente un patrimonio!
Ora quel pozzo dell'acqua costruito con grande passione
è stato dopo anni ricostruito da una Associazione
che ama e rispetta le proprie radici
e ricorda momenti lontani e felici,
dimostrando con affetto e cuore sincero
per la propria terra , il proprio paese , amore vero!
Grazie diciam tutti
Grazie a questi paesani ,a Grupignano e a questi suoi frutti!
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