Ho scritto questa filastrocca dedicandola alla mia città così suggestiva, quale perlina ricca di storia e di sfumature, incastonata in un paesaggio ampio tra le montagne e le colline, e una pianura di coltivazioni e prati
Ho sentito che dovevo gratitudine alla sua cura e presenza in questi anni nella mia vita, che si è manifestata attraverso i suoi scorci naturali, i suoi camminamenti lungo il fiume Natisone, dallo scorrere lento ed inesorabile, i suoi profumi di fiori e di sambuco, il soffio del suo vento che pare rivitalizzare la canicola di momenti cittadini più lenti.
Le parole sono uscite dal mio cuore in modo veloce e ricordo di averla scritta in pochissimo tempo e di getto ispirandomi alla vecchia leggenda del ponte del diavolo che noi cividalesi conosciamo benissimo tramandata oralmente da generazioni.
Ringrazio chi l'ha già letta ed apprezzata e chi la leggerà sentendosi in sintonia con le sue parole
Ringrazio Giorgia Carlig presidente dell'assemblea contratto del fiume e l 'assessore all'ambiente e istruzione Rita Cozzi per aver fatto sì che la filastrocca venisse letta ai bambini durante l'iniziativa cividalese " Il Natisone per tutti" tenutasi il 14 maggio 2022 a Cividale del Friuli
Sul Ponte
del Diavolo guardo la suggestione
dello
scorrere del Natisone.
Il monte Nero
e il Matajur fanno da sfondo
allo
scrosciar delle acque limpido e giocondo.
Lui nasce
con grande amore
da un monte
che di nome fa Maggiore
Si porta poi
in terra slovena
e in Italia
ritorna in piena.
Boschi e
valli attraversa chiaccherone
perché vuole
darsi l’occasione
di respirare
aria pura e aria buona
che prende a
prestito da ogni zona!
Con Elfi, Fate,
Folletti e Agane
tiene
stretto un solido legame.
Grotte e
anfratti molto sassosi
ospitano gli
animaletti più timorosi.
Anatre cigni
e aironi
volano sulle
sue acque come fosse una leggiadra occasione,
di rinvigorir
le ali al vento,
quando nel
suo letto soffia con determinato convincimento.
L’Aria o il
vento di bora più impetuoso,
si fanno
sentire sul Ponte del Diavolo in modo sinuoso:
ogni abito tende
a svolazzare
e ogni parte
del corpo finisce così per raffreddare.
In ogni
stagione, il Natisone accoglie il turista,
rinfrancato
da questa bella vista,
caratterizzata
da molta frescura
che persiste,
si rende avvolgente, e così nel cuore si fa duratura.
Sicuramente
la storia ha attraversato le sue sponde
quando
popolazioni straniere sono giunte con culture feconde.
Celti, Longobardi
e Romani
hanno
fondato e costruito la città di Cividale a piene mani,
donando al
territorio storia tradizioni e cultura
che regalano
ad un popolo una trama solida che ancora perdura.
L’acqua
gioiosa e fresca d’estate,
accoglie il
cuore con belle passeggiate.
Grazie al
suo scorrere, ognuno fa propria la possibilità,
di rigenerarsi
dall’esistenza pesante, ad ogni età.
Nel suo
color d’acque smeraldino,
la bellezza
fa capolino
per cui pare
un verde trasparente di luce,
gettato sul
gretto da un sole che preziosità produce.
La sua piena
porta carico d’acqua in stagione autunnale
e rami e foglie
a sé raccoglie, che fermarla a nulla vale!
La leggenda
del suo ponte racconta della fiabesca costruzione
che fu una controversa
questione!
Si narra che
un sindaco e un diavolo si sono messi a confronto
per
costruire un solido monumento di muratura senza
alcuno sconto!
Il diavolo
ha chiesto un’anima in cambio del suo intervento
che sarebbe
durato solo l’esatto giro del sole nel firmamento.
Il sindaco
ha domandato una costruzione che sopravvivesse
alle
stagioni severe
e ad ogni
genere di intemperie.
Il patto fu
sancito da una stretta di mano
perché ogni
agire non fosse vano.
Il diavolo
con tutto il suo ardimento
pose in
opera il suo intendimento.
Prese una
unica pietra enorme dalle vallate
perché
sostenesse le due arcate
e divenisse
base solida di questa architettura,
resistente
ad ogni temperatura,
e unisse le
sponde del cividalese,
senza avere
troppe spese.
Quando
l’opera fu realizzata,
l’anima in
cambio fu domandata.
Il sindaco
ammirando tanta bellezza,
comprese che
giocar doveva di destrezza:
mise,
pertanto, in un sacco colorato
un furbo cagnolino
del vicinato
che si
sarebbe dimostrato veloce nella corsa
e fuggito
avrebbe potuto, così, dalla borsa.
Quando il
diavolo aprì il legaccio,
comprese che
doveva togliersi dall’impaccio,
di essere
stato preso per il naso
da un essere
umano, e non a caso!
Lasciò
libero l’animaletto
ma si
arrabbiò così tanto per il dispetto
che andò
gridando a Castelmonte come un forsennato
e nella sua
grotta con l’Angelo fu relegato.
I cittadini
felici e contenti gli dedicarono solo il nome
“Ponte del
diavolo” per ricordare la vicenda e la questione
dove il bene
e il male si erano incontrati
e per costruire
si erano alleati,
generando una strana magia
che aprir
potè una terza via!
Credo sia un
prezioso insegnamento che questo fiume
getta
silente
e lo fa con
scorrere sapiente.
Negli anni,
nei secoli che sono stati
e quelli che
verranno e ci vedranno cambiati,
sarà l’amore
e la cura che gli daremo
se con
accuratezza lo conserveremo
da cittadini
impegnati insieme,
a portare il
suo e il nostro Bene.
Brano tratto dall'archivio del Messaggero Veneto 20 aprile 2022
Rosa Rita
Formica