Amo osservare i bambini mentre colorano e dipingono.
Sono immediati,
alle volte attenti, altre istintivi.
Si concentrano e
lasciano parlare le loro emozioni.
Li vedo sempre
più spaventati davanti ad un foglio bianco ma quando lo riescono ad abitare, i
loro pensieri diventano poesie e racconti profondi.
Hanno la capacità, mentre parlano, di far filosofia: sull’amore, sugli altri,
sul cuore, sulla vita.
Li ascolto
attenta e sempre più stupisco della loro capacità intuitiva e guardo i loro occhi aperti su di un mondo
che noi vediamo e immaginiamo poco,
presi come siamo dalla corsa frenetica verso” il fare” del mondo.
Da loro continuo
a imparare molto, perché mi riconducono all’essenziale, senza sovrastrutture!
Dall’essenziale
non si sfugge.
Lo si deve
guardare.
I loro pennelli, matite, pennarelli,
pastelli, etc si riempiono di
sensibilità e tenerezza e spesso, sono
voraci di colori intensi o di sfumature.
Mentre spaziano
con le immagini, facendo esperienza con i diversi colori, magari, utilizzano
l’acqua per diluire l’impatto, quasi essa rappresenti una calda
affettività a cui affidarsi.
Abilitare la forza
creatrice di ogni bimbo, significa
aiutarlo a diventare da adulto una persona che “sa fare strategia di se stesso” e delle proprie risorse e non si
difende dietro al “non so disegnare” sul foglio e nella vita.
Oggi sappiamo
come molto spesso i più piccoli siano educati alle performance (non andare fuori dal bordo, fotocopie da
colorare, etc) più che al gesto creativo.
E’
importante Stimolare i bambini alle attività
cognitive ma fondamentale è
associarle alla esplorazione di altra natura ( il disegno in questo è utilissimo )
L’uso de
colori è fondamentale per il bambino sia per riconoscere che per riconoscersi.
Le tappe
evolutive dell’uso del colore ( molto brevemente) sono le seguenti:
0-3 anni
Si inizia giocando con i colori a “prenderli in mano” e vedere come funzionano sperimentando
il gioco di punti, tratti e
cerchi, etc. In questa fase l’attività grafica non è ispirata da ciò che si vede, quindi, dalla realtà
quanto l’immaginazione e l’affettività fanno da guide: vengono, quindi, scelte
tinte forti e i colori non hanno alcuna corrispondenza con quelli degli oggetti di uso quotidiano e
della vita famigliare. Può succedere che il cielo venga colorato di rosso perché al bambino piace il rosso , altre volte
sceglie di usare un determinato colore perché esprime l’emozione che ispira lo
stesso
3-6 anni
Il bambino di tre-sei anni ha una passione per i colori: le tonalità sono molto
intense quanto più il bambino è piccolo.
L’insegnamento e la didattica educano al colore ma lo raffreddano. Lui ama
l’intensità delle tinte, espressione
delle sue emozioni primarie. Sino ai 7-8
anni il bambino colora ancora sotto questa spinta che si modula pian piano,
secondo una modalità di scelta che risente del modo soggettivo di vivere i
colori. I contrasti ( rosso/blu etc, i confini
del foglio sono superati ma anche ricercati come contenimento, ma il
bambino è nella fase in cui sta costruendo
la casetta del suo Io.
7-10 anni
Crescendo, il bambino capisce che c’è una relazione tra un
determinato oggetto ed il colore da attribuirgli. Ad esempio, rappresenterà
sempre con il colore azzurro il cielo,
fino a che non ne vedrà che magari
il cielo possiede altre sfumature perché
le ha osservate insieme alla mamma o un amico. I colori diventano atto
dialogico e di condivisione. Le esperienze
di vita sono utile palestra per l’ apprendimento di nuovi modi di
vedere
Bambini e colori: 10 e oltre È solo verso gli 11-12 anni che il bambino tenderà ad usare i
colori nel modo più realistico possibile e si accorgerà che non è detto che un oggetto possa
riportare sempre
lo stesso colore.
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