Fiaba dedicata a chi crede nei sogni e pensa che dove rivolge il suo pensiero lì vive la sua vita
Lilla e il sogno
Lilla era una gatta.
Un arlecchino tra i gatti .
Il suo pelo, infatti, ero di mille colori: i colori dell'arcobaleno Il marrone con il grigio, il rosso con il nero, il bianco con il giallino.
Era divisa a metà. Una zampa bianca e una nera, un orecchia marrone e una caffellatte , persino la punta del naso era una cuore spezzato in due.
Il pelo morbido e caldo era pronto ad accogliere le carezze di Carlotta sua amica da sempre.
Era molto divertente e libera.
Non amava essere coccolata se non era lei a deciderlo.
L'amore, quello che non soffoca, era per lei da ricevere e donare con dolcezza ma con rispetto
Si acciambellava vicino al caminetto nella sua cesta di vimini, o si distendeva sui divani al caldo delle coperte di lana a quadrettoni confezionate dalla bisnonna.
Un tripudio di colori per lei colorata.
Faceva le fusa, richiami affettuosi per chi le concedeva le sue carezze senza pretendere troppo in cambio.
L'avevano presa ad un mercato e lì tra le merci e gli scatoloni, tra chi urlava per vendere, l'odore di formaggio stagionato e salsiccia che provveniva dalle bancherelle, si si era sentita smarrita dopo la separazione dalla mamma.
Poi, aveva incontrato lo sguardo di quella bambina.
Un esile creatura, che pareva di cristallo.
Gli occhi grandi ed espressivi aperti e curiosi sul mondo, la sua andatura sicura nonostante la magrezza.
Lei gattina nello scatolone per un momento con intensità aveva pensato che avrebbe voluto averla per amica.
Lei la bambina di cristallo fragile e forte, doppia come lo era lei.
I genitori della bambina le erano accanto e parevano ansiosi , attenti ai suoi passi , pronti a donarle il mondo per riempire il suo cuore.
Carlotta vide quel micino e per un monento pensò che avrebbe desiderato quel gattino per amico. Un animaletto di tante sfumature , lei che amava dipingere con i colori e l'acqua e, da questo magico incontro, nascevano preziose immagini.
Due sogni si incontrarono., in alto nel cielo, dove il tempo e lo spazio non esistono e tutto è possibile.
Si unirono e produssero ciò che accadde dopo.
La bimba di cristallo si avvicinò allo scatolone.
Prese il micio tra le sue braccia.
Non parlò.
Alzò gli occhi verso i suoi genitori.
Loro capirono ciò che già sapevano da tempo e che solo tardavano ad attuare.
Mamma e papà annuirono dopo aver sorriso.
Il sole scaldò ancor di più in quel giorno già bello.
“Ciao io sono Carlotta e tu?” fu la domanda che seguì.
La bimba e la madre di viola vestite, si guardarono.
Il loro amore di madre e figlia, non facile, ma per questo colorato anch'esso, aveva in quel giorno un nome: lilla.
“Tu sei Lilla” fu la risposta
Lilla, con un nome nuovo, fece le fusa nel caldo abbraccio della sua nuova amica.
Ora la sua mamma gatta le mancava meno.
“Ciao mamma e fratellini” pensò immaginandoli nell'aia della fattoria dove li aveva lasciati tra galline starnazzanti “Ora vado verso la vita, come il fiume va verso il mare”
L'auto della famiglia partì verso casa.
Dietro, su un cuscino rosso, La gattina si addormentò.
Il rombo del motore non la spaventò.
Ma lei non era come gli altri gatti
Lei era Lilla il gatto dell'arcobaleno, pronta a vivere tutti i colori della vita
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