giovedì 21 gennaio 2021

FIABA: La storia dell'orso del bel castello vincitrice del concorso online del sito" pianeta mamma"

 

La storia dell'orso del bel Castello

Fiaba dedicata a chi crede che il coraggio di essere fragili

Sia l'unico modo per essere forti

 



                                     

Gli orsi sono pelosi, solitari e hanno sempre l'aria imbronciata.

L'orso della mia storia non era così.

Pareva nato per stare in mezzo alla gente, sapeva tenere comizi nella piazza del piccolo paese di montagna dove abitava.

Tutti lo ascoltavano con gioia e si assiepavano a spintoni davanti al suo palco per udire le sue parole.

Lui era un orso saggio, ed aveva tanto da raccontare della vita.

Viaggi per mare, scoperte strepitose, battaglie difficili , amori travolgenti e tanti insegnamenti che aveva appreso anche con sofferenza.

Donava sorrisi e serenità a chi gli si avvicinava.

Si vestiva con pantaloni chiari di velluto e bretelle  a righe di tutti colori.

Viveva in una rocca, la rocca del Bel Castello, per cui tutti lo chiamavano “L'orso del bel Castello” .

La sua dimora aveva un bel  torrione con guglie di marmo bianco e lui la condivideva con la sua amica lupa,  stanca,  fiaccata ma  dal cuore arricchito da tante avventure.

Ma gli orsi non vivono da soli?

Sì, ma l'orso di cui vi sto raccontando  non amava la solitudine.  In questo si distingueva anche dagli altri saggi.

La lupa era molto solerte e premurosa ad accontentare il suo amico orso che golosone si sedeva a tavola affamato. Piatti prelibati, vestiti profumati alla lavanda da indossare, il fuoco sempre acceso.

L'orso del bel Castello gradiva quel calore che nasceva da un affetto sincero.

 

La lupa  aveva il pelo di colore scuro , era  magra ,scarna e pareva più vecchia di quanto non fosse in realtà.

Con gli occhiali calcati sul naso lungo e affilato,  si sedeva stanza al computer e aiutava l’orso, suo amico, in ogni incombenza.

Ma  un giorno accadde quello che succede sempre (e per fortuna, perché le storie altrimenti sarebbero monotone),ovvero accadde un imprevisto.

Già, l'imprevisto.

Dovete sapere che il nostro amico amava moltissimo il miele, la melassa. In quel paese, e nei dintorni, per uno strano incantesimo , le api non ne producevano più.

Si diceva che il mago Baluf, interpretando le costellazioni del cielo, avesse visto con il suo cannocchiale passare una strega  molto arrabbiata . Lei, per dispetto, aveva deciso di togliere  la dolcezza di quella produzione.

Quindi, niente miele.  

L'orso viveva tranquillo, diceva di non avere bisogni e desideri , del resto lui era saggio.

I saggi non ne hanno….cosi gli avevano insegnato suo padre e sua madre.

Però, in segreto, ogni tanto, sognava di mangiare un po' di miele e di spalmarselo in faccia sino a dentro al naso e magari anche nelle orecchie.

“Slurp!”

E perché no di farsi un bel bagno dentro!

Immaginava di tuffarsi nel liquido giallo, di nuotarci da mattina a sera e magari  di starci a galla  con il suo grosso salvagente!!!

“Uhmm….il miele!!!”

E si leccava il muso, chiudendo gli occhi.

Nascondeva questo desiderio a tutti perché un po' se ne vergognava. Un suo punto debole. Ma chi non ne ha? Anche i mostri ce li hanno.... i punti deboli.

E se noi li scopriamo, diventano nostri amici.

Voi piccoli li avete i punti deboli?

Credo di si, ce li ho anche io che racconto la fiaba.

Un giorno, di Ognissanti, quando  le zucche e le candele vengono accese nelle case e si mangia castagne a volontà,

sul tetto del castello del bel Monte si fermò una civetta.

Gufando alla luna piena riempì la notte di malinconici presagi.

L'orso che da giorni non riusciva a dormire perché il desiderio del miele era diventato più forte, aprì di slancio la finestra  di legno e strillò , come non faceva da tempo , a quell'uccello notturno.

“Vai viaaaaaaa uccellaccio !!! Bastaaaa……!!!”

“ Perché te la prendi tanto?” chiese la civetta

“Io sono così, bella ma inquietante, ho degli occhi grandi che guardano nella notte degli uomini e riescono a vedere cose non visibili ai più, ma il mio verso è orribile. Lo so. Lo accetto, non lo nascondo e cosi gli altri animali  mi vogliono bene! “

Così dicendo, gli si avvicinò con un volo leggero ed aggiunse: “ Racconta agli altri il tuo amore per il miele....gli altri capiranno, ti parleranno dei loro sogni  e te ne porteranno in gran quantità “ Detto questo, la civetta sbattendo le ciglia con suoi occhi di cielo stellato, volò via verso il bosco.

Da sempre si sa che le civette portano in luce ciò che è nascosto nella notte.

Cosi lei fece.

L'orso capì la lezione.

Chiuse la finestra e quella notte dormì.

Sognò di ascoltare, di essere saggio ma anche di raccontare a chi gli si avvicinava nel villaggio, della sua segreta passione, e immaginò a quanti  golosi di dolcezze  come lui avrebbe incontrato.

Così fu.

Alla rocca del bel Castello ritornò il miele.

Tutti diventarono molto dolci e più saggi.

Già, perché la saggezza della vita contiene la dolcezza di

qualche punto debole, solo così è umana e viene  non solo ascoltata ma applicata da tutti.

Chissà se l'orso vive ancora con la sua amica lupa,  credo di sì... spero solo abbia  accanto un grande vaso di miele e che ami mangiarselo e condividerlo con gli altri.

Non ha smesso di essere goloso.

E tu lo sei?

Se me lo racconti sorridiamo insieme.

 

 

( Fiaba Pubblicata su www.tiraccontounafiaba.it ha vinto il concorso indetto da Pianeta mamma)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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