La storia dell'orso del bel
Castello
Fiaba dedicata a chi crede
che il coraggio di essere fragili
Sia l'unico modo per essere
forti
Gli orsi sono pelosi,
solitari e hanno sempre l'aria imbronciata.
L'orso della mia storia non
era così.
Pareva nato per stare in
mezzo alla gente, sapeva tenere comizi nella piazza del piccolo paese di
montagna dove abitava.
Tutti lo ascoltavano con
gioia e si assiepavano a spintoni davanti al suo palco per udire le sue parole.
Lui era un orso saggio, ed
aveva tanto da raccontare della vita.
Viaggi per mare, scoperte
strepitose, battaglie difficili , amori travolgenti e tanti insegnamenti che
aveva appreso anche con sofferenza.
Donava sorrisi e serenità a
chi gli si avvicinava.
Si vestiva con pantaloni
chiari di velluto e bretelle a righe di
tutti colori.
Viveva in una rocca, la
rocca del Bel Castello, per cui tutti lo chiamavano “L'orso del bel Castello” .
La sua dimora aveva un
bel torrione con guglie di marmo bianco
e lui la condivideva con la sua amica lupa,
stanca, fiaccata ma dal cuore arricchito da tante avventure.
Ma gli orsi non vivono da
soli?
Sì, ma l'orso di cui vi sto
raccontando non amava la
solitudine. In questo si distingueva
anche dagli altri saggi.
La lupa era molto solerte e
premurosa ad accontentare il suo amico orso che golosone si sedeva a tavola
affamato. Piatti prelibati, vestiti profumati alla lavanda da indossare, il
fuoco sempre acceso.
L'orso del bel Castello
gradiva quel calore che nasceva da un affetto sincero.
La lupa aveva il pelo di colore scuro , era magra ,scarna e pareva più vecchia di quanto
non fosse in realtà.
Con gli occhiali calcati
sul naso lungo e affilato, si sedeva
stanza al computer e aiutava l’orso, suo amico, in ogni incombenza.
Ma un giorno accadde quello che succede sempre
(e per fortuna, perché le storie altrimenti sarebbero monotone),ovvero accadde
un imprevisto.
Già, l'imprevisto.
Dovete sapere che il nostro
amico amava moltissimo il miele, la melassa. In quel paese, e nei dintorni, per
uno strano incantesimo , le api non ne producevano più.
Si diceva che il mago
Baluf, interpretando le costellazioni del cielo, avesse visto con il suo
cannocchiale passare una strega molto
arrabbiata . Lei, per dispetto, aveva deciso di togliere la dolcezza di quella produzione.
Quindi, niente miele.
L'orso viveva tranquillo,
diceva di non avere bisogni e desideri , del resto lui era saggio.
I saggi non ne hanno….cosi
gli avevano insegnato suo padre e sua madre.
Però, in segreto, ogni
tanto, sognava di mangiare un po' di miele e di spalmarselo in faccia sino a
dentro al naso e magari anche nelle orecchie.
“Slurp!”
E perché no di farsi un bel
bagno dentro!
Immaginava di tuffarsi nel
liquido giallo, di nuotarci da mattina a sera e magari di starci a galla con il suo grosso salvagente!!!
“Uhmm….il miele!!!”
E si leccava il muso, chiudendo
gli occhi.
Nascondeva questo desiderio
a tutti perché un po' se ne vergognava. Un suo punto debole. Ma chi non ne ha?
Anche i mostri ce li hanno.... i punti deboli.
E se noi li scopriamo, diventano
nostri amici.
Voi piccoli li avete i
punti deboli?
Credo di si, ce li ho anche
io che racconto la fiaba.
Un giorno, di Ognissanti, quando le zucche e le candele vengono accese nelle case e si mangia castagne a volontà,
sul tetto del castello del
bel Monte si fermò una civetta.
Gufando alla luna piena
riempì la notte di malinconici presagi.
L'orso che da giorni non
riusciva a dormire perché il desiderio del miele era diventato più forte, aprì
di slancio la finestra di legno e
strillò , come non faceva da tempo , a quell'uccello notturno.
“Vai viaaaaaaa uccellaccio !!!
Bastaaaa……!!!”
“ Perché te la prendi
tanto?” chiese la civetta
“Io sono così, bella ma
inquietante, ho degli occhi grandi che guardano nella notte degli uomini e
riescono a vedere cose non visibili ai più, ma il mio verso è orribile. Lo so. Lo
accetto, non lo nascondo e cosi gli altri animali mi vogliono bene! “
Così dicendo, gli si
avvicinò con un volo leggero ed aggiunse: “ Racconta agli altri il tuo amore
per il miele....gli altri capiranno, ti parleranno dei loro sogni e te ne porteranno in gran quantità “ Detto
questo, la civetta sbattendo le ciglia con suoi occhi di cielo stellato, volò
via verso il bosco.
Da sempre si sa che le
civette portano in luce ciò che è nascosto nella notte.
Cosi lei fece.
L'orso capì la lezione.
Chiuse la finestra e quella
notte dormì.
Sognò di ascoltare, di
essere saggio ma anche di raccontare a chi gli si avvicinava nel villaggio,
della sua segreta passione, e immaginò a quanti
golosi di dolcezze come lui
avrebbe incontrato.
Così fu.
Alla rocca del bel Castello
ritornò il miele.
Tutti diventarono molto
dolci e più saggi.
Già, perché la saggezza
della vita contiene la dolcezza di
qualche punto debole, solo
così è umana e viene non solo ascoltata
ma applicata da tutti.
Chissà se l'orso vive
ancora con la sua amica lupa, credo di
sì... spero solo abbia accanto un grande
vaso di miele e che ami mangiarselo e condividerlo con gli altri.
Non ha smesso di essere
goloso.
E tu lo sei?
Se me lo racconti
sorridiamo insieme.
( Fiaba Pubblicata su www.tiraccontounafiaba.it ha vinto
il concorso indetto da Pianeta mamma)
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