“Andare per fiabe...”
...ogni fiaba, ogni disegno crea tra adulto e bambino “uno spazio” di incontro. Non tutti i nostri incontri diventano spazi relazionali...ma restano luoghi. (Alberto Panza)
il bambino ha bisogno d'idee sul modo di dare ordine alla sua casa interiore, per poter creare su tale base, l'ordine della sua vita...a questo servono le fiabe!” (Bruno Bettelheim)
Il mio primo incontro con il mondo delle fiabe che è avvenuto quando ero piccola e la nonna materna mi leggeva dei racconti bellissimi tratti da un vecchio libro impolverato, regalato a lei quando era bambina. Lo andava a prendere nel ripostiglio, quando mi vedeva arrivare trafelata, per passare qualche ora in sua compagnia.
Aveva bellissime immagini
che si potevano muovere e mi aprivano dei mondi a me sconosciuti e
fantastici e la loro visione mi faceva stare bene. Non ricordo quelle
fiabe se non vagamente, ma ho ben chiaro, mentre le leggevamo,
il ricordo del profumo di lavanda
delle lenzuola della nonna e della fragranza di violetta della sua
camicia da notte ricamata che mi riporta ancora oggi al tepore dei suoi abbracci prima di
addormentarmi.
Ripenso anche al nonno che sapeva costruire delle
intricatissime invenzioni come il mitico
carretto del far west e insieme a lui e
a quel mezzo traballante immaginavo di partire per avventure fantastiche ed
entusiasmanti.
I miei genitori mi amavano molto ma erano troppo
indaffarati a” sbarcare il lunario”, per trovare il tempo di fermarsi a leggermi
le storie. Ma i nonni Loro mi hanno insegnato l'amore per la
lettura, per i ricordi, per gli oggetti antichi, passione che ancora
oggi coltivo. Mi hanno nutrito con amore, non solo attraverso le fiabe ma anche attraverso i racconti famigliari. Saghe di
paese intricatissime, di guerre, di streghe, di donne buone, di canti lontani, di
filastrocche, di amori infranti, personaggi particolari, etc.
In quei momenti ho trovato, attraverso i racconti ,uno
spazio di incontro con i nonni e le mie radici.
“Lo SPAZIO DI INCONTRO” è una complessa ed intricata rete
di messaggi verbali, non verbali, emotivi ,etc che rende “significativa” una
relazione.
Nella vita non ci incontriamo infatti con tutti allo stesso modo.
Ho continuato , per quanto mi è stato possibile, con mia
figlia quel viaggio iniziato tanti anni fa.
Tramandando il
bagaglio di ricordi ,storie immaginarie o reali che a me fu affidato con amore.
Mia figlia mi ha sempre ascoltata in
silenzio o facendomi domande e mi diceva :“ Mamma mi rilasso...”
Sento che questo incontro che è avvenuto da piccina e
attraverso i racconti ha fatto bene a me
e a lei perché ha nutrito la nostra relazione.
Ricordo anche i passaggi condivisi in biblioteca comunale per
“sperimentarsi" nella ricerca di qualche volume
In effetti, leggere fiabe è come iniziare un cammino, entrare in un bosco e lasciarsi prendere e perdersi tra i suoi colori, profumi e rumori...un animaletto corre veloce, un fungo fa capolino tra il muschio.
In questo mondo il rito e tutt'uno con il magico,
l'imprevisto è importante anzi ricercato, dove è reale la fantasia e fantastica
la realtà, dove la potenza dell'immaginario genera possibilità, traccia strade,
favorisce scelte, prospetta percorsi
evolutivi.
Usando un linguaggio dei nostri giorni direi che ogni fiaba
è un ipertesto, crea collegamenti, link,libere associazioni, rimanda a un altrove
e a un altrimenti, un internet dell'immagnario!
La fiaba è un ponte gettato dall'età adulta all'infanzia
e viceversa.
Si sta scoprendo il gusto di percorrerlo, di usufruirne e
di viverlo sia nei rapporti con i figli, sia nei percorsi educativi o
didattici, nelle scuole ; qui si mimano storie, le si leggono, rappresentano,
disegnano,etc.
Questo è un bene, perchè fa bene!
Troppo spesso incontro bambini silenziosi davanti ad un
foglio bianco, muti di fronte ad una storia da inventare insieme.
Creare non è solo un gioco, ma è una esperienza che ha
forti potenzialità educative che
verranno sperimentate quando si diventa adulti e si andrà ad affrontare la
vita! Con la creatività della fiaba e non solo, si invita
ognuno a superare le proprie
rigidità e a scoprire nuove possibilità, a confontarsi con
gli avvenimenti imprevisti e a trovare
delle strategie per superarle.
Oggi da
bambini...ci si scontra-incontra con il foglio bianco e si inventa!
Domani da
adulti...si affrontano le secche dell'esistenza, e si trovano i modi per
superarle senza restare immobili, annichiliti, magari arrabbiati perchè le cose
non funzionano!
I piccoli amano le fiabe e i racconti. La ritengo una
efficace “omeopatia” fatta di piccole dosi di saggezza, prese in modo
dilazionato.
Ho sperimentato come mamma prima, come pedagogista poi,
che ricercano in particolare la
vicinanza emotiva che si instaura nel raccontarle.
Tra genitore e figlio si
crea una atmosfera magica di
grande complicità e calore.
Alle volte diventa un evento fatto di rituali in
particolare quando accompagna il momento
del sonno
E proprio qui può rappresentare un tramite, per modulare
il percorso di separazione bambino- genitore. Dormire è lasciarsi andare, quindi
se accompagniamo questo viaggio con un racconto, aiutiamo il bambino ad aver fiducia in quell'atto.
Può capitare che lui desideri leggere o meglio ripetere
all'infinito la stessa storia.
Questo significa che lui “ha bisogno” di quella storia in
quel momento della sua crescita.
Quel racconto sta probabilmente riproponendo un vissuto che
c'è nel suo cuore e lo "cura" con la medicina dell'immaginario.
Mi ricordo, ad esempio, della bimba che mi chiedeva sempre di leggere la fiaba di Hansel e Gretel proprio quando aveva più difficoltà con il cibo!
Vedere i propri sentimenti “non belli” nei confronti
della mamma attraverso una fiaba, lo ha
aiutato in quel passaggio delicato.
I personaggi in cui il bimbo si identifica sono degli
archetipi o simboli del suo immaginario che lo sostengono, sorreggono nella crescita anche nelle sue parti ombra.
Ma c'è differenza tra fiabe e favole e molto spesso noi
usiamo i termini dando ad essi lo stesso valore.
Le fiabe raccontano gesta di eroi umani e immaginari, principi e principesse, streghe, maghi e re.
In genere l'eroe positivo viene insidiato dall'antieroe e
sembra stia per soccombere, quando, per un intervento magico, tutto si risolve
per il meglio ed il bene trionfa!
Le favole ,invece, hanno una struttura narrativa più
semplice e breve, i protagonisti sono di solito degli animali parlanti che con
le loro esperienze ci dimostrano una sorta di saggezza popolare che si
concretizza nella morale esplicitata alla fine della favola.
I genitori non si spaventino, quindi, nell'usare fiabe o
favole con personaggi paurosi.
Mi viene chiesto spesso se è corretto esporre il proprio
figlio a racconti apparentemente “negativi”
in cui c'è un orco, un lupo, un acchiappasogni, etc.
Questo può essere utile perché il bambino in esso proietta molte delle sue paure, sentimenti, rabbie che altrimenti resterebbero nel suo cuore. “Vedere” questi elementi interiori trasformarsi in personaggi paurosi, ma controllabili lo può tranquillizzare
Può accadere che leggendo le fiabe, personaggi terribili diventano ridicoli, altri indistruttibili vengono il più delle volte “combattuti” e sconfitti, tutto questo, rassicura i più piccoli. Per un
lupo c'è sempre un cacciatore; per un orso scontroso sempre una fatina; per un
re cattivo un principe buono; etc
Per concludere ,desidero ricordare che in ogni famiglia
esiste, inoltre, una sorta di mosaico fatto di racconti, filastrocche, episodi
di antenati,etc
Raccontarli ai propri figli può essere positivo sia per
noi adulti che recuperiamo attraverso la
forza di un ricordo il valore delle nostre radici; sia per i più piccoli perché si sentono parte di un sistema famigliare più allargato che ha reso possibile
la loro presenza e che sorregge il loro cammino verso il futuro
Dott. Rosa Rita Formica
(Pedagogista)
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