I colori dell'arcobaleno e i colori della vita
Fiaba dedicata a chi crede che la creatività sia utile per il benessere dei bambini e dei più grandi e al servizio della loro esperienza immaginativa. La natura preziosa alleata di stati d'animo e di sensazioni, in questa fiaba unisce grandi e bambini, eventi atmosferici e colori in una unica tavolozza: quella della vita
Era in arrivo un forte acquazzone.
Grossi nuvoloni grigi si addensavano pesanti all'orizzonte.
Presto sarebbe caduta la pioggia.
Una scatola nuova di colori ad acquarello era stata gettata da un bambino con noncuranza, sul vecchio tavolo di ferro battuto.
Si chiamava Stefano.
Lui non amava dipingere.
Preferiva sporcarsi nella terra e giocare con le macchinine o le costruzioni.
Gli animali della fattoria erano stati sempre la sua passione e
con il papà li puliva e li accudiva.
Con la mamma raccoglieva le uova del pollaio per cucinare delle ottime torte abbellite con la frutta dell'orto.
Quel giorno di primavera, il temporale stava arrivando.
Stefano era fermo inginocchiato su di una sedia di legno, e con la faccia schiacciata dietro ai vetri guardava fuori, preoccupato dal vento forte e dai rumori roboanti .
Si era cosi, dimenticato dei colori sul tavolo di ferro.
Anch'essi parevano spaventati di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Qualcuno rideva comunque, rallegrato dal sole donato alla sua tinta; altri, invece, parevano più pensierosi.
“Se piove, i nostri colori si scioglieranno e non potranno più essere utilizzati per disegnare! Dobbiamo trovare una soluzione" disse il verde con preoccupazione ma cercando di rassicurare i compagni.
I colori, erano nuovi e quindi non sapevano nulla del mondo delle diverse tinte e dei giochi dei più piccini
Lo dovevano imparare, come tutti i bambini, quando imparano la lezione dalle maestre con curiosità.
“Come possiamo evitare che piova?” disse il rosso arrabbiato come sempre e con un grosso vocione
“Qui le cose si stanno mettendo male” replicò il nero molto triste e piagnucoloso
“Forse, il bambino uscirà di casa e ci porterà finalmente dentro al riparo” sperò fiducioso il giallo con un sospiro.
“ Io credo che dobbiamo farci forza e spingere insieme la scatola sotto il ramo dell'albero; il ramo che sto vedendo da qui! “ propose il marrone molto saggiamente.
“Ritengo che quando non eravamo colori ma solo una polverina , tutto andava meglio” aggiunse il viola con nostalgia sbuffando come uno stantuffo di un treno.
“Ragazzi, teniamoci calmi e non perdiamo il controllo della situazione” cercò di dire il blu, con tono sicuro, come un vigile con la paletta in mezzo al traffico .
Mentre le vocine parlavano, tutte insieme unite, i rombi del temporale si facevano sentire come tante auto in corsa sulla pista delle nuvole.
Iniziarono a cadere dei grossi goccioloni, poi, via, via la pioggia si fece più fitta.
I colori iniziarono a sentirsi bagnati, sempre di più.... e come per magia, iniziarono a sciogliersi.
Al principio di questa danza, si sentirono le loro grida spaventate, poi, lentamente, I colori iniziarono a
ridere....ridere...ridere.
Si stavano divertendo!
Per magia il giallo si fondeva nel rosso e diveniva arancione; il giallo nel nero e si trasformava in marrone; il bianco con il rosso: ecco il rosa.
Un arcobaleno di colori.
Sul tavolo iniziò a prendere forma una strana immagine, quasi un fiore di luce che si allargava a vista d'occhio.
Di corsa, Stefano, il bambino della campagna, uscì di casa, incurante della pioggia che scendeva. Rimase fermo, a bagnarsi, stupito davanti al vecchio tavolo di ferro.
Quello che vide gli parve una magia.
Alzò gli occhi al cielo e in un angolino lassù...vide uno squarcio di sole, e a discesa veloce, un arcobaleno di luce.
“I miei colori hanno fatto questo?” pensò “C'è l'arcobaleno!!!” .
La gatta Lilla parve stupita anch'essa di quello strano incantesimo: un ponte di luce tra le nuvole.
Una rondine sfrecciò veloce nel cielo cantando che presto sarebbe tornato il sereno.
Felice di questa nuova scoperta il piccolo Stefano, prese quello che rimaneva della sua scatola di colori ad acquarello e li riportò in casa.
Da quel giorno amò disegnare con i colori della vita il suo foglio bianco.
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